Facevo il morto... - (08/09/14)


CANALE:

FACEVO IL MORTO... Drammaturgia e regia: Roberta Spaventa Con: Angelo Argentina, Santo Marino Installazioni multimediali: Alberto Boni Contaminazioni musicalI: Alessia Natillo Produzione: Peso Specifico Lo spettacolo riflette sulla questione centrale e atemporale del Potere che crea ruoli e blocca gli uomini in strutture sociali prestabilite, sulle 'banali' modalità  che usa per confermare sè stesso creando dubbi e sensi di colpa, astenendosi dal fornire quegli strumenti necessari all'emancipazione e alla capacità  di azione consapevole. Una denuncia contro l'acquiescenza, l'abbandono e l'impossibilità  di creare un futuro migliore in una società  più vivibile. Ho voluto parlare di quella parte della popolazione che non ha strumenti culturali per crescere e riflettere e che quindi resta a guardare. Anche questa è un'azione: di non coinvolgimento! Una denuncia sociale ed esistenziale dunque: in un mondo che sembra negare qualunque possibile trasformazione i due personaggi, Duca e Fido, vittime nella loro giurisdizione di origine, cercano di oltrepassarne il confine nella speranza di cambiare la propria condizione. E dunque necessario che si presentino puntuali al cospetto del Cavaliere Giallo in occasione delle nuove investiture.... Il loro peregrinare diventerà lo spunto per un percorso sia fisico che interiore, verso quell’inconscio che anela al cambiamento e alla trasformazione dell’ordine delle cose. Due viaggi infatti si intersecano nell’agire scenico: quello dei personaggi in carne ed ossa che giocano il proprio ruolo e quello della video-installazione, in cui i loro alter-ego vivranno una realtà parallela, apparente, illusoria dove tutto, persino le bombe, sono scie luminose lasciate dal battito d’ali di argentee farfalle. Ho scritto questo spettacolo per non soccombere a un quotidiano assopito e troppo spesso non consapevole, ma che potrebbe superare i “confini prestabilitiâ€? solo se non si rimane fermi, semplicemente a guardare! Agire, dunque, per non rimanere ad osservare immobili, per non fare il morto! Roberta Spaventa

FACEVO IL MORTO... Drammaturgia e regia: Roberta Spaventa Con: Angelo Argentina, Santo Marino Installazioni multimediali: Alberto Boni Contaminazioni musicalI: Alessia Natillo Produzione: Peso Specifico Lo spettacolo riflette sulla questione centrale e atemporale del Potere che crea ruoli e blocca gli uomini in strutture sociali prestabilite, sulle 'banali' modalità  che usa per confermare sè stesso creando dubbi e sensi di colpa, astenendosi dal fornire quegli strumenti necessari all'emancipazione e alla capacità  di azione consapevole. Una denuncia contro l'acquiescenza, l'abbandono e l'impossibilità  di creare un futuro migliore in una società  più vivibile. Ho voluto parlare di quella parte della popolazione che non ha strumenti culturali per crescere e riflettere e che quindi resta a guardare. Anche questa è un'azione: di non coinvolgimento! Una denuncia sociale ed esistenziale dunque: in un mondo che sembra negare qualunque possibile trasformazione i due personaggi, Duca e Fido, vittime nella loro giurisdizione di origine, cercano di oltrepassarne il confine nella speranza di cambiare la propria condizione. E dunque necessario che si presentino puntuali al cospetto del Cavaliere Giallo in occasione delle nuove investiture.... Il loro peregrinare diventerà lo spunto per un percorso sia fisico che interiore, verso quell’inconscio che anela al cambiamento e alla trasformazione dell’ordine delle cose. Due viaggi infatti si intersecano nell’agire scenico: quello dei personaggi in carne ed ossa che giocano il proprio ruolo e quello della video-installazione, in cui i loro alter-ego vivranno una realtà parallela, apparente, illusoria dove tutto, persino le bombe, sono scie luminose lasciate dal battito d’ali di argentee farfalle. Ho scritto questo spettacolo per non soccombere a un quotidiano assopito e troppo spesso non consapevole, ma che potrebbe superare i “confini prestabilitiâ€? solo se non si rimane fermi, semplicemente a guardare! Agire, dunque, per non rimanere ad osservare immobili, per non fare il morto! Roberta Spaventa
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