Ero e Leandro - (24/09/14)


CANALE:

Teatro Spazio Uno dal 5 al 17 giugno 2012 "Ero e Leandro" di Ennio Speranza regia di Marco Maltauro con Caterina Gramaglia, Gabriele Granito e Gabriele Sabatini, aiuto regia Federico Malafronte. Lo spettacolo fa parte della Rassegna "Malteatro" che permetterà allo spettatore di entrare dentro la macchina teatrale e di assistere, in diretta, alla nascita e allo sviluppo di un'opera teatrale. In Ero e Leandro con leggerezza, malinconia e una fantasia scatenata, l'autore si ispira al mito greco dei due sfortunati amanti per raccontare una cruda storia d'amore contemporanea, tra un uomo solo e un'ingenua donna di strada. Il giovane Leandro amava la sacerdotessa Ero - che viveva sulla costa opposta - e attraversava ogni sera lo stretto a nuoto per incontrarla. Ero accendeva una lucerna per aiutarlo a orientarsi, ma una notte una tempesta ne spense il fuoco e Leandro, disorientato, morì tra i flutti. Il testo dello spettacolo, costituto da monologhi, prende però solo spunto dall'antico mito. Agli attori il compito vestire i panni di due nuovi personaggi: Caterina Gramaglia - già nelle vesti di una prostituta moldava - si ricorda di quando "era Ero" e incarna, così, l'archetipo del personaggio femminile: tragico, ucciso, stuprato, spogliato e rapito. Al contrario, Gabriele Sabatini si spoglia letteralmente in scena, rimanendo in mutande, e presentandosi come Leandro. Racconta di essere morto, e si chiede come possa ancora parlare. Così, distanziatisi entrambi dai personaggi del mito, i due attori interpretano i protagonisti di una storia minima. Una ragazza moldava resa prostituta dai connazionali che l'hanno fatta giungere in Italia con l'inganno e un ragazzo timido, che presto si innamora di lei.

Teatro Spazio Uno dal 5 al 17 giugno 2012 "Ero e Leandro" di Ennio Speranza regia di Marco Maltauro con Caterina Gramaglia, Gabriele Granito e Gabriele Sabatini, aiuto regia Federico Malafronte. Lo spettacolo fa parte della Rassegna "Malteatro" che permetterà allo spettatore di entrare dentro la macchina teatrale e di assistere, in diretta, alla nascita e allo sviluppo di un'opera teatrale. In Ero e Leandro con leggerezza, malinconia e una fantasia scatenata, l'autore si ispira al mito greco dei due sfortunati amanti per raccontare una cruda storia d'amore contemporanea, tra un uomo solo e un'ingenua donna di strada. Il giovane Leandro amava la sacerdotessa Ero - che viveva sulla costa opposta - e attraversava ogni sera lo stretto a nuoto per incontrarla. Ero accendeva una lucerna per aiutarlo a orientarsi, ma una notte una tempesta ne spense il fuoco e Leandro, disorientato, morì tra i flutti. Il testo dello spettacolo, costituto da monologhi, prende però solo spunto dall'antico mito. Agli attori il compito vestire i panni di due nuovi personaggi: Caterina Gramaglia - già nelle vesti di una prostituta moldava - si ricorda di quando "era Ero" e incarna, così, l'archetipo del personaggio femminile: tragico, ucciso, stuprato, spogliato e rapito. Al contrario, Gabriele Sabatini si spoglia letteralmente in scena, rimanendo in mutande, e presentandosi come Leandro. Racconta di essere morto, e si chiede come possa ancora parlare. Così, distanziatisi entrambi dai personaggi del mito, i due attori interpretano i protagonisti di una storia minima. Una ragazza moldava resa prostituta dai connazionali che l'hanno fatta giungere in Italia con l'inganno e un ragazzo timido, che presto si innamora di lei.
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