Colosseo Nuovo Teatro dal 2 all'11 Ottobre 2007  "MIA MANO FATTI PIUMA: FATTI VELA" ritratto di Giorgio Caproni, adattamento e regia di Antonio Piovanelli. "Imbrogliate le carte - far perdere la partita - è compito del poeta - lo scopo della sua vita". Dalle poesie di Giorgio Caproni (Livorno 1912 . Roma 1990), Antonio Piovanelli sceglie tre momenti. Tre episodi distinti e collegati del suo itinerario devoto al mistero dell'esistenza. Il viaggio prende avvio nella voce di un 'povero prete', che ha molto vissuto, si è innamorato, ha patito. Le sue memorie chiedono di risalire, di non venire rimosse, parlano con mite e scandalosa semplicità. Il viaggio conduce nel secondo atto a Genova, la città  che Caproni scopre e ascolta quando ha otto anni: qui si sente accolto e comunque protetto, ebbro di immagini, di incontri e passioni che la distanza del ricordo rende favolosi, e che la parola avvicina. Ad Anna Picchi, sua madre, Giorgio Caproni dedica l'inno che forma la terza e ultima parte del recital. Sua madre e Livorno, una geografia degli affetti dove è così dolce, così necessario abbandonarsi e ritrovarsi. Toccando la propria interiorità, si dice e si dà  suono e traccia allâinconscio indicibile. Riprese video Ulisse Benedetti per l’archivio storico dell’Ass. Cult. Beat 72
Colosseo Nuovo Teatro dal 2 all'11 Ottobre 2007  "MIA MANO FATTI PIUMA: FATTI VELA" ritratto di Giorgio Caproni, adattamento e regia di Antonio Piovanelli. "Imbrogliate le carte - far perdere la partita - è compito del poeta - lo scopo della sua vita". Dalle poesie di Giorgio Caproni (Livorno 1912 . Roma 1990), Antonio Piovanelli sceglie tre momenti. Tre episodi distinti e collegati del suo itinerario devoto al mistero dell'esistenza. Il viaggio prende avvio nella voce di un 'povero prete', che ha molto vissuto, si è innamorato, ha patito. Le sue memorie chiedono di risalire, di non venire rimosse, parlano con mite e scandalosa semplicità. Il viaggio conduce nel secondo atto a Genova, la città  che Caproni scopre e ascolta quando ha otto anni: qui si sente accolto e comunque protetto, ebbro di immagini, di incontri e passioni che la distanza del ricordo rende favolosi, e che la parola avvicina. Ad Anna Picchi, sua madre, Giorgio Caproni dedica l'inno che forma la terza e ultima parte del recital. Sua madre e Livorno, una geografia degli affetti dove è così dolce, così necessario abbandonarsi e ritrovarsi. Toccando la propria interiorità, si dice e si dà  suono e traccia allâinconscio indicibile. Riprese video Ulisse Benedetti per l’archivio storico dell’Ass. Cult. Beat 72
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