Teatro Tordinona dal 19 al 31 ottobre 2010 "LADY HERODIAS, IL SOGNO" scritto e interpretato da Luisa Sanfilippo, diretto da Vincenzo Sanfilippo. Questo dramma immagina una Erodiade che col passare del tempo ha elaborato una sua realtà  che, senza tuttavia cancellare gli antichi tragici ricordi, si è trasfigurata in un intenso sentimento emotivo che la spingerebbe ad accostarsi al martire con spinte viscerali contraddittorie. Lo spettacolo è stato proposto nella Rassegna teatrale sotto il segno della sensualità  della leggendaria figura biblica della bellissima Salomè che, danzando sensualmente per Erode, chiese la testa di Giovanni Battista. La rassegna è curata da Lucio Castagneri ed è promossa dall'Enpals/Enap. Il testo scaturisce da una nuova consapevolezza intrisa di sofferenza dell'esistere. Luisa Sanfilippo scrive e interpreta il personaggio di Erodiade perchè figura centrale del dramma vista nella sua immensa solitudine e amarezza. Con Erodiade il mito della giovinezza e della bellezza, riferito a Salomè, non è più il centro intorno a cui ruotano gli avvenimenti. Erodiade è sempre più disperata nella sua ricerca di assoluto, di qualcosa che va oltre. Ed è proprio in questo stato interiore proiettato verso l'estremo che scaturisce la scrittura del testo costruito sull'enigma di questa femminilità  colta in un lento disfarsi e precipitare nel nulla. Il titolo del lavoro 'Lady Heròdias, il sogno' ha una dimensione scritturale onirica. Probabilmente perchè il sogno, in genere, può essere considerato una descrizione infedele della realtà che viene elaborata e perfezionata a secondo delle proprie esigenze creative. Nel gioco dei prestiti, delle contaminazioni e delle contrapposizioni letterarie sull'argomento (dalla Salomè di Wilde, all'Herodias di Jules Massenet, e Giovanni Testori ) si immagina una Erodiade che col passare del tempo - tempo di passioni, desideri bordeline inconfessabili  ha elaborato la sua realtà  oltre il vissuto: non ha cancellato i trascorsi funesti ricordi (aver determinato il crudele destino di Giovanni Battista), ma li ha trasformati in materiale onirico e dunque in potenzialità  introspettiva ed intensità  emotiva. In Lady Erodiade, immaginata in età  matura, sembra quasi che questa sua introspezione - cercando di fare il resoconto del proprio vissuto retroattivo - voglia ridimensionare lo spazio della sua complessa e deviante esistenza; sembra che voglia, addirittura, riscattarsi dai pregiudizi, da un insieme di negatività  che l'hanno inchiodata ad una immagine di donna-simbolo di spietatezza interiore....Pur nella sua precaria coscienza, la principessa sembra avvertire il peso della condanna di essere stata la 'mandante' o complice di un gesto eclatante; di aver costretto la figlia Salomè a danzare per Antipa (celando e negando pubblicamente questa sua iniziativa), in modo da ottenere la testa decapitata del Battista. Nelle sue esplorazioni oniriche l'ego di Erodiade, determinato e a volte astioso, sembra d'un tratto diventare impalpabile, comincia a sciogliersi, confessarsi (mentre Lei dorme un'altra Erodiade si desta). Ma il sognare della principessa ebraica e anche proiezione di una voglia di riaccostarsi al Battista con un'ottica differente - non priva di sentimenti contraddittori - desiderando soprattutto la sua indulgenza e benevolenza. Nel lavoro si cercano di capire le motivazioni che l'hanno spinta a compiere quel gesto delittuoso. Tale gesto potrebbe aver avuto origine, non solo perchè aveva intuito il pericolo di essere defraudata del suo regno a causa della forte attrazione che il Re Erode Antipa provava per Salomè, ma anche da conflitti interiori inestricabili con radici molto più profonde. Nella resa scenica Erodiade cerca di aggrapparsi al suono della propria voce fatta di ricordi, gelosie, imprecazioni, tentativi di trasfigurare le sue controverse passioni nel linguaggio simbolico molto vicino ad una desiderata redenzione. E' solo un tentativo, non una certezza. Riprese video Ulisse Benedetti per l’archivio storico dell’Ass. Cult. Beat 72.
Teatro Tordinona dal 19 al 31 ottobre 2010 "LADY HERODIAS, IL SOGNO" scritto e interpretato da Luisa Sanfilippo, diretto da Vincenzo Sanfilippo. Questo dramma immagina una Erodiade che col passare del tempo ha elaborato una sua realtà  che, senza tuttavia cancellare gli antichi tragici ricordi, si è trasfigurata in un intenso sentimento emotivo che la spingerebbe ad accostarsi al martire con spinte viscerali contraddittorie. Lo spettacolo è stato proposto nella Rassegna teatrale sotto il segno della sensualità  della leggendaria figura biblica della bellissima Salomè che, danzando sensualmente per Erode, chiese la testa di Giovanni Battista. La rassegna è curata da Lucio Castagneri ed è promossa dall'Enpals/Enap. Il testo scaturisce da una nuova consapevolezza intrisa di sofferenza dell'esistere. Luisa Sanfilippo scrive e interpreta il personaggio di Erodiade perchè figura centrale del dramma vista nella sua immensa solitudine e amarezza. Con Erodiade il mito della giovinezza e della bellezza, riferito a Salomè, non è più il centro intorno a cui ruotano gli avvenimenti. Erodiade è sempre più disperata nella sua ricerca di assoluto, di qualcosa che va oltre. Ed è proprio in questo stato interiore proiettato verso l'estremo che scaturisce la scrittura del testo costruito sull'enigma di questa femminilità  colta in un lento disfarsi e precipitare nel nulla. Il titolo del lavoro 'Lady Heròdias, il sogno' ha una dimensione scritturale onirica. Probabilmente perchè il sogno, in genere, può essere considerato una descrizione infedele della realtà che viene elaborata e perfezionata a secondo delle proprie esigenze creative. Nel gioco dei prestiti, delle contaminazioni e delle contrapposizioni letterarie sull'argomento (dalla Salomè di Wilde, all'Herodias di Jules Massenet, e Giovanni Testori ) si immagina una Erodiade che col passare del tempo - tempo di passioni, desideri bordeline inconfessabili  ha elaborato la sua realtà  oltre il vissuto: non ha cancellato i trascorsi funesti ricordi (aver determinato il crudele destino di Giovanni Battista), ma li ha trasformati in materiale onirico e dunque in potenzialità  introspettiva ed intensità  emotiva. In Lady Erodiade, immaginata in età  matura, sembra quasi che questa sua introspezione - cercando di fare il resoconto del proprio vissuto retroattivo - voglia ridimensionare lo spazio della sua complessa e deviante esistenza; sembra che voglia, addirittura, riscattarsi dai pregiudizi, da un insieme di negatività  che l'hanno inchiodata ad una immagine di donna-simbolo di spietatezza interiore....Pur nella sua precaria coscienza, la principessa sembra avvertire il peso della condanna di essere stata la 'mandante' o complice di un gesto eclatante; di aver costretto la figlia Salomè a danzare per Antipa (celando e negando pubblicamente questa sua iniziativa), in modo da ottenere la testa decapitata del Battista. Nelle sue esplorazioni oniriche l'ego di Erodiade, determinato e a volte astioso, sembra d'un tratto diventare impalpabile, comincia a sciogliersi, confessarsi (mentre Lei dorme un'altra Erodiade si desta). Ma il sognare della principessa ebraica e anche proiezione di una voglia di riaccostarsi al Battista con un'ottica differente - non priva di sentimenti contraddittori - desiderando soprattutto la sua indulgenza e benevolenza. Nel lavoro si cercano di capire le motivazioni che l'hanno spinta a compiere quel gesto delittuoso. Tale gesto potrebbe aver avuto origine, non solo perchè aveva intuito il pericolo di essere defraudata del suo regno a causa della forte attrazione che il Re Erode Antipa provava per Salomè, ma anche da conflitti interiori inestricabili con radici molto più profonde. Nella resa scenica Erodiade cerca di aggrapparsi al suono della propria voce fatta di ricordi, gelosie, imprecazioni, tentativi di trasfigurare le sue controverse passioni nel linguaggio simbolico molto vicino ad una desiderata redenzione. E' solo un tentativo, non una certezza. Riprese video Ulisse Benedetti per l’archivio storico dell’Ass. Cult. Beat 72.
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