Rampa Prenestina 18/9/2004 "I VIAGGI DI GULLIVER" compagnia Temperamenti con: Marco Solari , Alessandra Vanzi , Gustavo Frigerio, Patrizia Bettini, Flavio Cova, Dora Francese, Giulia Frezza, Matteo Angius, Vincenzo Schirru, musiche Piergiorgio Faraglia, Pasquale Innarella, luci Luca Storari, scene Roberto Ricci, assistente alle scene Carolina Foti, costumi Patrizia Sgamma, regia Marco Solar i, percussioni Mauro D'Alessandro, registrazioni voci Paolo Modugno. Spettacolo realizzato nell'ambito del LA NOTTE BIANCA, seguendo il testo di Swift, è una satira delle follie umane, una critica in particolare della razionalità apparente del modello occidentale, attraverso il ribaltamento di prospettive e di dimensioni, in un progressivo straniamento culturale ed esistenziale. La satira politico-filosofica si alleggerisce e si rafforza al contempo attraverso l'invenzione fantastica. Nel 1726 venne pubblicato anonimo a Londra I viaggi di Gulliver, in realtà opera di Jonathan Swift, uno dei maggiori autori satirici inglesi e della letteratura universale. Il libro ebbe un successo immediato e immenso, suscitando apprezzamenti entusiastici per la fantasia creativa, per la lucidità  della satira, per la semplicità della scrittura. Certamente il testo nasce come una dura e amara satira della condizione umana in generale e dei sistemi politico-sociali, dell'Europa del tempo e dell'Inghilterra in particolare; ma 'I Viaggi' sono anche una scanzonata e divertentissima successione di invenzioni brillanti, a volte comiche a volte stranianti. E' soprattutto questo aspetto che più ha contribuito alla diffusione e alla notorietà  dell'opera, nonché alle numerose riduzioni per l'infanzia. E, da queste, alle trasposizione per il cinema e per i cartoni animati. Sono le immagini che per prime ci vengono alla mente quando pronunziamo i nomi Gulliver o Lilliput. Purtroppo ognuna di queste trasposizioni ha operato dei tagli drastici sulla storia originale, limitando le peregrinazioni di Lemuel Gulliver solamente ad alcuni dei mondi descritti nei viaggi. Questa versione teatrale cerca di ricreare il senso e il carattere originario del testo, senza rinunciare a quelle parti che solo superficialmente possono essere considerate difficili. Vogliamo infatti stimolare la capacità immaginativa del pubblico, e allo stesso tempo sottolineare l'importanza delle diversità  culturali e fisiche, uno degli scopi evidenti per il quale il libro fu scritto. Lo stupore è forse il sentimento dominante e costante dell'opera, uno stupore che raggiunge spesso lo straniamento nel confronto costante tra i mondi visitati e il proprio d'origine. Nonostante siano passati quasi tre secoli, il testo di Swift mantiene inalterata la propria freschezza, sia per l'invenzione formale (il minuscolo, il gigantesco, l'alienato, il naturale), sia per il rispecchiamento con un mondo, il nostro, che allora come oggi ci mostra, accanto a straordinari progressi, aspetti meschini, ridicoli, assurdi, palesi errori e colossali follie. La storia porta il protagonista a navigare e a naufragare su isole e continenti popolati da esseri diversi, con culture, abitudini, ordinamenti particolari ed assoluti. A Lilliput, un mondo in miniatura, gli abitanti sono alti la dodicesima parte di noi: uomini meticolosi, un po' cerebrali e ottusi. A Brobdingnag si troviamo invece alle prese con un mondo gigantesco, popolato da uomini che sono dodici volte più grandi di noi; qui già  ci troviamo in una dimensione morale più alta, e più semplice. Dopo un altro naufragio Gulliver visita una specie di arcipelago, con un'isola volante che controlla un intero continente: ognuna di queste isole affronta diversi gradi di follia, dall'Accademia di inventori e scienziati alle prese con i più assurdi esperimenti, all'isola dei vecchi annoiatissimi immortali. Infine Gulliver arriva nel paese dei cavalli saggi, gli Houyhnhnms, che vivono di virtù e di astrazione, allevando gli Yahoo, caricatura grottesca degli uomini. Normalmente nelle versioni per l'infanzia e nelle trasposizioni per lo schermo.
Rampa Prenestina 18/9/2004 "I VIAGGI DI GULLIVER" compagnia Temperamenti con: Marco Solari , Alessandra Vanzi , Gustavo Frigerio, Patrizia Bettini, Flavio Cova, Dora Francese, Giulia Frezza, Matteo Angius, Vincenzo Schirru, musiche Piergiorgio Faraglia, Pasquale Innarella, luci Luca Storari, scene Roberto Ricci, assistente alle scene Carolina Foti, costumi Patrizia Sgamma, regia Marco Solar i, percussioni Mauro D'Alessandro, registrazioni voci Paolo Modugno. Spettacolo realizzato nell'ambito del LA NOTTE BIANCA, seguendo il testo di Swift, è una satira delle follie umane, una critica in particolare della razionalità apparente del modello occidentale, attraverso il ribaltamento di prospettive e di dimensioni, in un progressivo straniamento culturale ed esistenziale. La satira politico-filosofica si alleggerisce e si rafforza al contempo attraverso l'invenzione fantastica. Nel 1726 venne pubblicato anonimo a Londra I viaggi di Gulliver, in realtà opera di Jonathan Swift, uno dei maggiori autori satirici inglesi e della letteratura universale. Il libro ebbe un successo immediato e immenso, suscitando apprezzamenti entusiastici per la fantasia creativa, per la lucidità  della satira, per la semplicità della scrittura. Certamente il testo nasce come una dura e amara satira della condizione umana in generale e dei sistemi politico-sociali, dell'Europa del tempo e dell'Inghilterra in particolare; ma 'I Viaggi' sono anche una scanzonata e divertentissima successione di invenzioni brillanti, a volte comiche a volte stranianti. E' soprattutto questo aspetto che più ha contribuito alla diffusione e alla notorietà  dell'opera, nonché alle numerose riduzioni per l'infanzia. E, da queste, alle trasposizione per il cinema e per i cartoni animati. Sono le immagini che per prime ci vengono alla mente quando pronunziamo i nomi Gulliver o Lilliput. Purtroppo ognuna di queste trasposizioni ha operato dei tagli drastici sulla storia originale, limitando le peregrinazioni di Lemuel Gulliver solamente ad alcuni dei mondi descritti nei viaggi. Questa versione teatrale cerca di ricreare il senso e il carattere originario del testo, senza rinunciare a quelle parti che solo superficialmente possono essere considerate difficili. Vogliamo infatti stimolare la capacità immaginativa del pubblico, e allo stesso tempo sottolineare l'importanza delle diversità  culturali e fisiche, uno degli scopi evidenti per il quale il libro fu scritto. Lo stupore è forse il sentimento dominante e costante dell'opera, uno stupore che raggiunge spesso lo straniamento nel confronto costante tra i mondi visitati e il proprio d'origine. Nonostante siano passati quasi tre secoli, il testo di Swift mantiene inalterata la propria freschezza, sia per l'invenzione formale (il minuscolo, il gigantesco, l'alienato, il naturale), sia per il rispecchiamento con un mondo, il nostro, che allora come oggi ci mostra, accanto a straordinari progressi, aspetti meschini, ridicoli, assurdi, palesi errori e colossali follie. La storia porta il protagonista a navigare e a naufragare su isole e continenti popolati da esseri diversi, con culture, abitudini, ordinamenti particolari ed assoluti. A Lilliput, un mondo in miniatura, gli abitanti sono alti la dodicesima parte di noi: uomini meticolosi, un po' cerebrali e ottusi. A Brobdingnag si troviamo invece alle prese con un mondo gigantesco, popolato da uomini che sono dodici volte più grandi di noi; qui già  ci troviamo in una dimensione morale più alta, e più semplice. Dopo un altro naufragio Gulliver visita una specie di arcipelago, con un'isola volante che controlla un intero continente: ognuna di queste isole affronta diversi gradi di follia, dall'Accademia di inventori e scienziati alle prese con i più assurdi esperimenti, all'isola dei vecchi annoiatissimi immortali. Infine Gulliver arriva nel paese dei cavalli saggi, gli Houyhnhnms, che vivono di virtù e di astrazione, allevando gli Yahoo, caricatura grottesca degli uomini. Normalmente nelle versioni per l'infanzia e nelle trasposizioni per lo schermo.
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