Teatro Colosseo, dal 30 settembre al 23 0ttobre 2005 "CALCOLI" scritto e diretto da Giovanni Clementi, con: Blas Roca Rey, Pierfrancesco Poggi, Lola Pagnani, Giancarlo Ratti. Scene e disegni Guido Buganza, costumi Paola Bonucci, disegno luci easy light di Luca Barbati, assistente alla regia Giulia Serrano - Collab. ai costumi Adacarmen De Munno. Contributo video e Foto di scena Roberto Carotenuto. Organizzazione: Antonio Obino Silvia Scola. Ufficio Stampa: Francesco Caruso Litrico. Sarà  un caso che i vari tentativi cinematografici di trasposizione di fumetti siano volti invariabilmente al passato? Immaginare un Uomo Ragno o un Superman che penetri in un qualsiasi dei Parlamenti dei nostri tempi e prenda per le orecchie corrotti, guerrafondai, razzisti o xenofobi di turno, è impresa che travalica la più fervida immaginazione. Personalmente, avendo scelto di provare a esprimere, attraverso la scrittura teatrale, tensioni e indignazioni, ho trovato sempre arduo trattare i nostri giorni. Ho quasi sempre, al contrario, orientato istintivamente la mia investigazione sui sentimenti umani al passato, possibilmente in un contesto storico importante. Era un'esigenza di scrittura, la certezza che la Storia, con la esse maiuscola, sarebbe stata di aiuto al mio percorso. Affrontare l'oggi, situare una disputa di caratteri nel quotidiano, pensare che questa nostra storia, con la esse meno che minuscola, possa essere d'aiuto è impresa titanica. E' più facile oggi fermare un treno in corsa (o combattere i letali poteri della Kriptonite) che affrontare con qualche possibilità  di riuscita i poteri o contropoteri più o meno occulti che condizionano ogni momento di questi anni bui. Anni bui iniziati per la verità  non da poco, ma che se non altro sono stati vissuti da generazioni di ragazzi e ragazze, uomini e donne con una sana e doverosa dose di etica e pudicizia. Anni che vedevano Eva Kant e Diabolik come prototipi dell'immaginario erotico o Kriminal e le sue procaci conquiste come il massimo della trasgressione. Come dimenticare l'eccitazione davanti quei tratti in bianco e nero che rivelavano corpi sinuosi e forme inimmaginabili - Neanche quello ci è più permesso oggi: immaginare. Tutto è svelato. Tutto sbattuto in faccia, tutto cannibalizzato. Tutto è frullato, shakerato e servito nell'intento, neanche troppo nascosto, di depistare, spostare in continuazione le coordinate di riferimento, annullare le residue capacità  critiche. Possibilmente in tempo reale. L'abitudine al facile, allo scontato, al volgare è, deve essere, il verbo imperante. Siamo una società  che ha dimenticato i benefici stimoli dell'innocenza, dell'ingenuità . Una società  sempre più popolata da stereotipi, condannati dai mass media ad estenuanti sedute di fitness o dolorosissime pratiche di piercing per tentare di somigliare all'ultimo escluso dall'Isola dei famosi o dalla Casa del Grande Fratello. Cosa può succedere se un Sottosegretario agli Esteri decide di passare, all'insaputa della consorte, fregandosene delle contingenze internazionali e dell'incombente campagna elettorale, un weekend di fuoco con una valletta televisiva in uno chalet isolato di montagna, prestatogli dal suo portaborse? Tre icone dei nostri tempi costrette in uno spazio claustrofobico... come sottrarsi ai puntini di sospensione? Come riempire quella sospensione? Ci penserà  l'intruso di turno, l'ospite non atteso, la quarta misteriosa icona, a svelare bassezze e nefandezze, vigliaccherie e  Calcoli.
Teatro Colosseo, dal 30 settembre al 23 0ttobre 2005 "CALCOLI" scritto e diretto da Giovanni Clementi, con: Blas Roca Rey, Pierfrancesco Poggi, Lola Pagnani, Giancarlo Ratti. Scene e disegni Guido Buganza, costumi Paola Bonucci, disegno luci easy light di Luca Barbati, assistente alla regia Giulia Serrano - Collab. ai costumi Adacarmen De Munno. Contributo video e Foto di scena Roberto Carotenuto. Organizzazione: Antonio Obino Silvia Scola. Ufficio Stampa: Francesco Caruso Litrico. Sarà  un caso che i vari tentativi cinematografici di trasposizione di fumetti siano volti invariabilmente al passato? Immaginare un Uomo Ragno o un Superman che penetri in un qualsiasi dei Parlamenti dei nostri tempi e prenda per le orecchie corrotti, guerrafondai, razzisti o xenofobi di turno, è impresa che travalica la più fervida immaginazione. Personalmente, avendo scelto di provare a esprimere, attraverso la scrittura teatrale, tensioni e indignazioni, ho trovato sempre arduo trattare i nostri giorni. Ho quasi sempre, al contrario, orientato istintivamente la mia investigazione sui sentimenti umani al passato, possibilmente in un contesto storico importante. Era un'esigenza di scrittura, la certezza che la Storia, con la esse maiuscola, sarebbe stata di aiuto al mio percorso. Affrontare l'oggi, situare una disputa di caratteri nel quotidiano, pensare che questa nostra storia, con la esse meno che minuscola, possa essere d'aiuto è impresa titanica. E' più facile oggi fermare un treno in corsa (o combattere i letali poteri della Kriptonite) che affrontare con qualche possibilità  di riuscita i poteri o contropoteri più o meno occulti che condizionano ogni momento di questi anni bui. Anni bui iniziati per la verità  non da poco, ma che se non altro sono stati vissuti da generazioni di ragazzi e ragazze, uomini e donne con una sana e doverosa dose di etica e pudicizia. Anni che vedevano Eva Kant e Diabolik come prototipi dell'immaginario erotico o Kriminal e le sue procaci conquiste come il massimo della trasgressione. Come dimenticare l'eccitazione davanti quei tratti in bianco e nero che rivelavano corpi sinuosi e forme inimmaginabili - Neanche quello ci è più permesso oggi: immaginare. Tutto è svelato. Tutto sbattuto in faccia, tutto cannibalizzato. Tutto è frullato, shakerato e servito nell'intento, neanche troppo nascosto, di depistare, spostare in continuazione le coordinate di riferimento, annullare le residue capacità  critiche. Possibilmente in tempo reale. L'abitudine al facile, allo scontato, al volgare è, deve essere, il verbo imperante. Siamo una società  che ha dimenticato i benefici stimoli dell'innocenza, dell'ingenuità . Una società  sempre più popolata da stereotipi, condannati dai mass media ad estenuanti sedute di fitness o dolorosissime pratiche di piercing per tentare di somigliare all'ultimo escluso dall'Isola dei famosi o dalla Casa del Grande Fratello. Cosa può succedere se un Sottosegretario agli Esteri decide di passare, all'insaputa della consorte, fregandosene delle contingenze internazionali e dell'incombente campagna elettorale, un weekend di fuoco con una valletta televisiva in uno chalet isolato di montagna, prestatogli dal suo portaborse? Tre icone dei nostri tempi costrette in uno spazio claustrofobico... come sottrarsi ai puntini di sospensione? Come riempire quella sospensione? Ci penserà  l'intruso di turno, l'ospite non atteso, la quarta misteriosa icona, a svelare bassezze e nefandezze, vigliaccherie e  Calcoli.
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