PORTA CHIUSA - (01/05/14)


CANALE:

Teatro Colosseo Dal 19 al 24 Febbraio 2002 "PORTA CHIUSA" di Jean-Paul Sartre, regia Pierluigi Boccardi con: Danila Bellino, Pierluigi Boccardi, Nicoletta Frioni. Danzatori: Deborah Agnello, Serena Lombardi, Veronica Citti. Due donne e un uomo si ritrovano all'Inferno in una stanza chiusa, vorrebbero tanto conoscere il loro destino, cosa è stato riservato loro per punizione, se verrà qualcuno ad aprire la porta e li accompagnerà verso i tormenti a cui sono destinati. Eppure niente, non viene nessuno, rimangono in uno stato d'attesa, di sospensione e a poco a poco in un intrecciarsi di visioni, ricordi, confessioni dipanano la loro vita cercando accuratamente di nascondere agli altri la verità, la colpa, finchè li tradisce la paura, la tensione e perderanno il controllo. 'Porta Chiusa' è un concerto a tre, in cui le voci dei protagonisti si esibiscono in assoli, si intrecciano in duetti e terzetti, mutano repentinamente volume e registro, si rincorrono senza accordarsi mai l'una all'altra. La tentazione era di farne una vera e propria 'cantata' ma ne sarebbe uscito sconfitto il logos, il discorso, che in questo dramma si intreccia fra i tre come in una rete, filo per filo; la musica è quel canto che passa attraverso i fili, certe volte in accordo con i significati, altre volte in completa opposizione, a togliere loro ironicamente il giusto potere di persuasione. Tre danzatrici animano la musica, fanno vivere il corpo al di là  delle parole, piccole entità  infernali semplicemente dispettose oppure assolutamente crudeli, che senza consistenza sembrano insinuarsi nella testa dei protagonisti, far vedere cose che non ci sono, agitare la loro memoria; se esiste Dio, certamente è lontano da quest'Inferno almeno quanto lo è dalla Terra, essendo tutto affidato a Garcin, Ines, Estella che sono bravissimi a crearsi l'Inferno da soli, qui e là  aiutati dalle tre entità. 'L'Inferno sono gli altri!' dice Sartre, che raccontò di aver tratto ispirazione per questo testo dalla permanenza forzata nello Stalag XII D, quando nel 1940 fu fatto prigioniero dai Tedeschi; infatti l'ambientazione potrebbe essere quella di un qualsiasi posto chiuso in cui come in un 'Grande Fratello' fossimo costretti a rimanere dentro senza avere però la consolazione dell'uscita nè tantomeno quella del successo. Per l'autore l'Esistenzialismo è un Umanismo e questo testo ne è una dimostrazione: gli uomini sono osservati impietosamente come insetti al microscopio, la loro paura, l'insicurezza, l'incapacità  di sopportare, le manie, i desideri, la violenza di cui sono capaci. Ognuno dei protagonisti ha un Canto del Cigno, il momento in cui si renderà  conto di essere morto veramente, ma questo non gli vieterà  di continuare a tormentare gli altri e a tormentarsi, stabilendo un gioco al massacro sottile e crudele. L'uomo, dice Sartre, è 'condannato ad essere libero' e , una volta nato, è responsabile di tutto ciò che fa: se fallisce è perchè ha scelto di fallire e cercare delle scuse significa essere in malafede, presentare ciò che si è voluto come una necessità  inevitabile. Perciò Ines, Estella, Garcin cercheranno proprio come degli attori di convincerci che ciò che hanno fatto è capitato, che quelle colpe non le hanno volute commettere; riusciranno a commuoverci e a persuaderci quasi, finchè non sarà  la loro stessa natura a tradirli e a fare crollare il castello delle giustificazioni. Riprese video Ulisse Benedetti per l'archivio storico dell'Ass. Cult. Beat 72

Teatro Colosseo Dal 19 al 24 Febbraio 2002 "PORTA CHIUSA" di Jean-Paul Sartre, regia Pierluigi Boccardi con: Danila Bellino, Pierluigi Boccardi, Nicoletta Frioni. Danzatori: Deborah Agnello, Serena Lombardi, Veronica Citti. Due donne e un uomo si ritrovano all'Inferno in una stanza chiusa, vorrebbero tanto conoscere il loro destino, cosa è stato riservato loro per punizione, se verrà qualcuno ad aprire la porta e li accompagnerà verso i tormenti a cui sono destinati. Eppure niente, non viene nessuno, rimangono in uno stato d'attesa, di sospensione e a poco a poco in un intrecciarsi di visioni, ricordi, confessioni dipanano la loro vita cercando accuratamente di nascondere agli altri la verità, la colpa, finchè li tradisce la paura, la tensione e perderanno il controllo. 'Porta Chiusa' è un concerto a tre, in cui le voci dei protagonisti si esibiscono in assoli, si intrecciano in duetti e terzetti, mutano repentinamente volume e registro, si rincorrono senza accordarsi mai l'una all'altra. La tentazione era di farne una vera e propria 'cantata' ma ne sarebbe uscito sconfitto il logos, il discorso, che in questo dramma si intreccia fra i tre come in una rete, filo per filo; la musica è quel canto che passa attraverso i fili, certe volte in accordo con i significati, altre volte in completa opposizione, a togliere loro ironicamente il giusto potere di persuasione. Tre danzatrici animano la musica, fanno vivere il corpo al di là  delle parole, piccole entità  infernali semplicemente dispettose oppure assolutamente crudeli, che senza consistenza sembrano insinuarsi nella testa dei protagonisti, far vedere cose che non ci sono, agitare la loro memoria; se esiste Dio, certamente è lontano da quest'Inferno almeno quanto lo è dalla Terra, essendo tutto affidato a Garcin, Ines, Estella che sono bravissimi a crearsi l'Inferno da soli, qui e là  aiutati dalle tre entità. 'L'Inferno sono gli altri!' dice Sartre, che raccontò di aver tratto ispirazione per questo testo dalla permanenza forzata nello Stalag XII D, quando nel 1940 fu fatto prigioniero dai Tedeschi; infatti l'ambientazione potrebbe essere quella di un qualsiasi posto chiuso in cui come in un 'Grande Fratello' fossimo costretti a rimanere dentro senza avere però la consolazione dell'uscita nè tantomeno quella del successo. Per l'autore l'Esistenzialismo è un Umanismo e questo testo ne è una dimostrazione: gli uomini sono osservati impietosamente come insetti al microscopio, la loro paura, l'insicurezza, l'incapacità  di sopportare, le manie, i desideri, la violenza di cui sono capaci. Ognuno dei protagonisti ha un Canto del Cigno, il momento in cui si renderà  conto di essere morto veramente, ma questo non gli vieterà  di continuare a tormentare gli altri e a tormentarsi, stabilendo un gioco al massacro sottile e crudele. L'uomo, dice Sartre, è 'condannato ad essere libero' e , una volta nato, è responsabile di tutto ciò che fa: se fallisce è perchè ha scelto di fallire e cercare delle scuse significa essere in malafede, presentare ciò che si è voluto come una necessità  inevitabile. Perciò Ines, Estella, Garcin cercheranno proprio come degli attori di convincerci che ciò che hanno fatto è capitato, che quelle colpe non le hanno volute commettere; riusciranno a commuoverci e a persuaderci quasi, finchè non sarà  la loro stessa natura a tradirli e a fare crollare il castello delle giustificazioni. Riprese video Ulisse Benedetti per l'archivio storico dell'Ass. Cult. Beat 72
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