TeatroArgot studio dal 24 Febbraio all'8 Marzo 2011 "Clitennestra" di Marguerite Yourcenar, traduzione Maria Luisa Spaziani, con Marina Biondi, regia Igor Mattei, scene Giacomo Tringali, costumi Cristina Da Rold, disegno luci Flavio Paragona. La Clitemnestra della Yourcenar è una donna a tutto tondo. Antica nella sua storia, ma assolutamente attuale nel vivere una ossessione d'amore fatta di passione e di infelicità, che la accomuna alle donne di ogni tempo e di ogni terra. Due sono le parole chiave di questa storia - spiega il regista - 'attesa e ritorno'. D'attesa si parla infatti in tutta la vicenda che riguarda i protagonisti di questa tragedia: attesa da parte di Clitennestra che la guerra cessi e riconduca a casa un re, un marito ormai lontano da anni. E di ritorno: ritorno di Agamennone alla sua casa e alla sua famiglia, e soprattutto in questa versione novecentesca del mito, ritorno dentro l'anima di una donna malata d'amore, di un pensiero fisso, di un'ossessione che soltanto con l'uccisione della creatura amata sembra possa avere fine, e che invece su tutto trionfa e che travolge, come un'immensa onda, qualsiasi barriera, anche quella della morte. Riprese video per l'archivio dell'Ass. Cult. Beat 72.
TeatroArgot studio dal 24 Febbraio all'8 Marzo 2011 "Clitennestra" di Marguerite Yourcenar, traduzione Maria Luisa Spaziani, con Marina Biondi, regia Igor Mattei, scene Giacomo Tringali, costumi Cristina Da Rold, disegno luci Flavio Paragona. La Clitemnestra della Yourcenar è una donna a tutto tondo. Antica nella sua storia, ma assolutamente attuale nel vivere una ossessione d'amore fatta di passione e di infelicità, che la accomuna alle donne di ogni tempo e di ogni terra. Due sono le parole chiave di questa storia - spiega il regista - 'attesa e ritorno'. D'attesa si parla infatti in tutta la vicenda che riguarda i protagonisti di questa tragedia: attesa da parte di Clitennestra che la guerra cessi e riconduca a casa un re, un marito ormai lontano da anni. E di ritorno: ritorno di Agamennone alla sua casa e alla sua famiglia, e soprattutto in questa versione novecentesca del mito, ritorno dentro l'anima di una donna malata d'amore, di un pensiero fisso, di un'ossessione che soltanto con l'uccisione della creatura amata sembra possa avere fine, e che invece su tutto trionfa e che travolge, come un'immensa onda, qualsiasi barriera, anche quella della morte. Riprese video per l'archivio dell'Ass. Cult. Beat 72.
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