Colosseo Nuovo Teatro dall’11 al 31 gennaio 2011 “Questo sogno” di Luca De Bei. Regia di Patrizio Cigliano. Con Ernesto D’Argenio; Chiara Degani; Diego D’Elia; Carmen Di Marzo; Claudia Donzelli; Laura Massei; Sibilla Passi; Maurizio Sinibaldi; Fabio Maffei; Selene Rosiello; Antonella Valitutti. L’amore, quello vero, esiste? Come è fatto? Come lo si riconosce? E se e quando lo si riconosce, si è pronti ad accettarlo, accoglierlo, coltivarlo? Il delicatissimo copione di Luca De Bei (già vincitore di diversi Premi Teatrali), tra momenti di verità, grande divertimento e momenti di poesia, affronta questo problema, forse tipico di una generazione, o meglio di un’epoca, in cui non è facile (e spesso non interessa) soffermarsi sull’unico vero propulsore dell’animo umano: l’Amore. In un mare magno di leggerezza o forse vuoto, quattro anime inquiete cercano di capire e di capirsi in relazione all’amore. Ognuno con le sue schermaglie, con i suoi pudori che cadono solo quando si affronta il passato: il primo innamoramento, il primo contatto. E allora appare tristemente chiaro come nel passato, la purezza dell’inesperienza era tutt’altro che un freno: era la libertà di provare sentimenti sinceri, profondi, anche esagerati ma pieni di vita, di tremori, quei tremori che nell’oggi non si riescono più a provare perché inquinati da un mondo che corre troppo, in cui tutto è possibile ed in cui cercarsi e guardarsi negli occhi può sembrare una perdita di tempo. Meglio limitarsi a fugaci amplessi di cui poter perdere facilmente la memoria. Ma i personaggi che Luca ha splendidamente descritto, invece, cercano qualcosa di profondo e a volte non lo ammettono neanche a se stessi per non essere visti come razze rare. Una lucida visione della frivolezza dei nostri tempi. Ho creduto opportuno assecondare l’andamento del testo, senza sovraccaricarlo di metafore perché già sono comprese nel copione. La linea che ha prevalso sulle tante sperimentate, guarda caso, è risultata essere quella del teatro: personaggi come pubblico, attori che non possono più censurarsi il bisogno di raccontare se stessi, nella speranza urgente di attivare in chi li ascolta la necessità impellente di rendersi davvero disponibili ad accogliere l’amore, come quando l’abbiamo scoperto la prima volta: come nel difficile ma vivissimo e indimenticabile periodo dell’adolescenza. Una Compagnia che cerca di mettere in ordine uno spazio (teatrale, ma anche mentale, emotivo e sentimentale) in cui forse potrebbe trovare una dimensione più umana e meno cosmopolita. “Lavori interiori in corso”. In un tempo saturo di suoni, rumori e musiche, dove il presente è un Largo indefinito, il passato è un palpitare di Variazioni, mentre l’ideale - il Sogno - è romantico, giustamente ricco di pathos sincero e profondo. Utopia Teatrale e Sogno d’Amore. “Questo Sogno” rappresenta il primo esperimento di un allestimento di prosa con doppio cast: due eccellenti formazioni attoriali che con alternanza giornaliera interpreteranno lo stesso spettacolo. Riprese video Ulisse Benedetti per l’archivio dell’Ass. Cult. Beat 72.
Colosseo Nuovo Teatro dall’11 al 31 gennaio 2011 “Questo sogno” di Luca De Bei. Regia di Patrizio Cigliano. Con Ernesto D’Argenio; Chiara Degani; Diego D’Elia; Carmen Di Marzo; Claudia Donzelli; Laura Massei; Sibilla Passi; Maurizio Sinibaldi; Fabio Maffei; Selene Rosiello; Antonella Valitutti. L’amore, quello vero, esiste? Come è fatto? Come lo si riconosce? E se e quando lo si riconosce, si è pronti ad accettarlo, accoglierlo, coltivarlo? Il delicatissimo copione di Luca De Bei (già vincitore di diversi Premi Teatrali), tra momenti di verità, grande divertimento e momenti di poesia, affronta questo problema, forse tipico di una generazione, o meglio di un’epoca, in cui non è facile (e spesso non interessa) soffermarsi sull’unico vero propulsore dell’animo umano: l’Amore. In un mare magno di leggerezza o forse vuoto, quattro anime inquiete cercano di capire e di capirsi in relazione all’amore. Ognuno con le sue schermaglie, con i suoi pudori che cadono solo quando si affronta il passato: il primo innamoramento, il primo contatto. E allora appare tristemente chiaro come nel passato, la purezza dell’inesperienza era tutt’altro che un freno: era la libertà di provare sentimenti sinceri, profondi, anche esagerati ma pieni di vita, di tremori, quei tremori che nell’oggi non si riescono più a provare perché inquinati da un mondo che corre troppo, in cui tutto è possibile ed in cui cercarsi e guardarsi negli occhi può sembrare una perdita di tempo. Meglio limitarsi a fugaci amplessi di cui poter perdere facilmente la memoria. Ma i personaggi che Luca ha splendidamente descritto, invece, cercano qualcosa di profondo e a volte non lo ammettono neanche a se stessi per non essere visti come razze rare. Una lucida visione della frivolezza dei nostri tempi. Ho creduto opportuno assecondare l’andamento del testo, senza sovraccaricarlo di metafore perché già sono comprese nel copione. La linea che ha prevalso sulle tante sperimentate, guarda caso, è risultata essere quella del teatro: personaggi come pubblico, attori che non possono più censurarsi il bisogno di raccontare se stessi, nella speranza urgente di attivare in chi li ascolta la necessità impellente di rendersi davvero disponibili ad accogliere l’amore, come quando l’abbiamo scoperto la prima volta: come nel difficile ma vivissimo e indimenticabile periodo dell’adolescenza. Una Compagnia che cerca di mettere in ordine uno spazio (teatrale, ma anche mentale, emotivo e sentimentale) in cui forse potrebbe trovare una dimensione più umana e meno cosmopolita. “Lavori interiori in corso”. In un tempo saturo di suoni, rumori e musiche, dove il presente è un Largo indefinito, il passato è un palpitare di Variazioni, mentre l’ideale - il Sogno - è romantico, giustamente ricco di pathos sincero e profondo. Utopia Teatrale e Sogno d’Amore. “Questo Sogno” rappresenta il primo esperimento di un allestimento di prosa con doppio cast: due eccellenti formazioni attoriali che con alternanza giornaliera interpreteranno lo stesso spettacolo. Riprese video Ulisse Benedetti per l’archivio dell’Ass. Cult. Beat 72.
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