Teatro Argot 31 maggio 2011 "IL VOLO DELLA FARFALLA" regia Stefano Furlan, con Michela Sarno, Morris Sarra, disegno luci Gianluca Cappelletti, scene e costumi Davide Molino, Gabriella Morgagni. Monologo di morte di un giovanissimo suicida, che cola via come una crudele litania, senza nessuna vera motivazione se non il vuoto e la solitudine. Il giovane prima di suicidarsi, decide di lasciare ai propri familiari una testimonianza video in cui tenta di spiegare le ragioni del suo gesto. Il monologo si intreccia con lo strazio e il dolore della sorella, che si vede negata, anche a causa del fratello, l'infanzia e la fede nel domani. Lo spettacolo è ispirato al testo 'JOHN' di Wajdi Mouawad. Due personaggi rinchiusi nelle rispettive ossessioni dolorose. Un giovane suicida e sua sorella, rincorrono ricordi e confessano paure ed incubi legati al mondo dell'infanzia. Interrogativi che tagliano la coscienza e affogano il respiro dei personaggi in un crescendo di domande alle quali non è più possibile dare una risposta. Il tempo è bloccato, nello spazio indefinito di una scena che ospita il rimorso di Jeanne, colpevole di non aver capito e il pericoloso senso di inadeguatezza di John. Entrambi in bilico sull’ultimo gradino di una scala con lo sguardo aperto su cadaveri che fioriscono per il troppo dolore. L’ultimo grido spegne il ricordo e con lui le parole forsennate di un condannato a morte. La consapevolezza è vicina… Tutto passa, anche il dolore.
Teatro Argot 31 maggio 2011 "IL VOLO DELLA FARFALLA" regia Stefano Furlan, con Michela Sarno, Morris Sarra, disegno luci Gianluca Cappelletti, scene e costumi Davide Molino, Gabriella Morgagni. Monologo di morte di un giovanissimo suicida, che cola via come una crudele litania, senza nessuna vera motivazione se non il vuoto e la solitudine. Il giovane prima di suicidarsi, decide di lasciare ai propri familiari una testimonianza video in cui tenta di spiegare le ragioni del suo gesto. Il monologo si intreccia con lo strazio e il dolore della sorella, che si vede negata, anche a causa del fratello, l'infanzia e la fede nel domani. Lo spettacolo è ispirato al testo 'JOHN' di Wajdi Mouawad. Due personaggi rinchiusi nelle rispettive ossessioni dolorose. Un giovane suicida e sua sorella, rincorrono ricordi e confessano paure ed incubi legati al mondo dell'infanzia. Interrogativi che tagliano la coscienza e affogano il respiro dei personaggi in un crescendo di domande alle quali non è più possibile dare una risposta. Il tempo è bloccato, nello spazio indefinito di una scena che ospita il rimorso di Jeanne, colpevole di non aver capito e il pericoloso senso di inadeguatezza di John. Entrambi in bilico sull’ultimo gradino di una scala con lo sguardo aperto su cadaveri che fioriscono per il troppo dolore. L’ultimo grido spegne il ricordo e con lui le parole forsennate di un condannato a morte. La consapevolezza è vicina… Tutto passa, anche il dolore.
Posta un commento