Teatro Biblioteca del Quarticciolo 29 marzo 2014 I PEASEBLOSSOM di Tim Crouch
traduzione Pieraldo Girotto
regia Fabrizio Arcuri
con Matteo Angius e
Fabrizio Arcuri
FIORDIPISELLO è un folletto di Sogno di una notte di mezza estate. Appare due volte nel testo di Shakespeare, che gli affida una sola battuta: ‘Sono pronto’.
IO FIORDIPISELLO,
- la mia ribellione silenziosa.
‘Avevo qualcosa da dirvi di importante…ecco adesso l’ho dimenticata…tornerà.’
Un personaggio non può dire quello che vuole. E se l’autore non gli fa dire niente, anche se lui avrebbe un sacco di cose da dire? Tim Crouch da un’altra, unica e ultima, possibilità a Fiordipisello, rimettendo in gioco il rapporto tra quest’ultimo e Shakespeare.
Ecco allora i sogni dell’ultimo dei folletti per raccontare la storia di un sogno. Quello di una notte di mezza estate. Il tormento e il divertimento di una condizione fantastica, ma anche così tanto reale, di chi forse avrebbe qualcosa da dire, se qualcuno gli dicesse cosa. Questa volta a Fiordipisello non mancano le parole (se non proprio quelle che lo hanno reso il personaggio che è, eche Fiordipisello prova a ricordare con una nostalgia irriducibile): gli mancano gli attori della storia di cui è autore ulteriore. Non resta che coinvolgere gli spettatori in un gioco moltiplicato di legittimità rappresentativa: chi può dire cosa e come? Gli spettatori, invitati inconsapevoli di un Sogno, diventano ora protagonisti della sua rappresentazione. Tutto è quello che era, ma è già qualcos’altro di cui non sappiamo ancora nulla.
Quel che resta di una festa (maschere e coriandoli ovunque, cibo, vino e vomito sul pavimento, echi di musiche lontane) e amori, consumati o inconsumabili, disegnano la vertigine in cui cade Fiordipisello, nel tentativo ultimo di essere se stesso (o quello che lui crede di essere). Un tentativo che è quello di tutti, testimoni silenziati di una storia a cui non possiamo rinunciare di partecipare.
Teatro Biblioteca del Quarticciolo 29 marzo 2014 I PEASEBLOSSOM di Tim Crouchtraduzione Pieraldo Girotto
regia Fabrizio Arcuri
con Matteo Angius e
Fabrizio Arcuri
FIORDIPISELLO è un folletto di Sogno di una notte di mezza estate. Appare due volte nel testo di Shakespeare, che gli affida una sola battuta: ‘Sono pronto’.
IO FIORDIPISELLO,
- la mia ribellione silenziosa.
‘Avevo qualcosa da dirvi di importante…ecco adesso l’ho dimenticata…tornerà.’
Un personaggio non può dire quello che vuole. E se l’autore non gli fa dire niente, anche se lui avrebbe un sacco di cose da dire? Tim Crouch da un’altra, unica e ultima, possibilità a Fiordipisello, rimettendo in gioco il rapporto tra quest’ultimo e Shakespeare.
Ecco allora i sogni dell’ultimo dei folletti per raccontare la storia di un sogno. Quello di una notte di mezza estate. Il tormento e il divertimento di una condizione fantastica, ma anche così tanto reale, di chi forse avrebbe qualcosa da dire, se qualcuno gli dicesse cosa. Questa volta a Fiordipisello non mancano le parole (se non proprio quelle che lo hanno reso il personaggio che è, eche Fiordipisello prova a ricordare con una nostalgia irriducibile): gli mancano gli attori della storia di cui è autore ulteriore. Non resta che coinvolgere gli spettatori in un gioco moltiplicato di legittimità rappresentativa: chi può dire cosa e come? Gli spettatori, invitati inconsapevoli di un Sogno, diventano ora protagonisti della sua rappresentazione. Tutto è quello che era, ma è già qualcos’altro di cui non sappiamo ancora nulla.
Quel che resta di una festa (maschere e coriandoli ovunque, cibo, vino e vomito sul pavimento, echi di musiche lontane) e amori, consumati o inconsumabili, disegnano la vertigine in cui cade Fiordipisello, nel tentativo ultimo di essere se stesso (o quello che lui crede di essere). Un tentativo che è quello di tutti, testimoni silenziati di una storia a cui non possiamo rinunciare di partecipare.
traduzione Pieraldo Girotto
regia Fabrizio Arcuri
con Matteo Angius e
Fabrizio Arcuri
FIORDIPISELLO è un folletto di Sogno di una notte di mezza estate. Appare due volte nel testo di Shakespeare, che gli affida una sola battuta: ‘Sono pronto’.
IO FIORDIPISELLO,
- la mia ribellione silenziosa.
‘Avevo qualcosa da dirvi di importante…ecco adesso l’ho dimenticata…tornerà.’
Un personaggio non può dire quello che vuole. E se l’autore non gli fa dire niente, anche se lui avrebbe un sacco di cose da dire? Tim Crouch da un’altra, unica e ultima, possibilità a Fiordipisello, rimettendo in gioco il rapporto tra quest’ultimo e Shakespeare.
Ecco allora i sogni dell’ultimo dei folletti per raccontare la storia di un sogno. Quello di una notte di mezza estate. Il tormento e il divertimento di una condizione fantastica, ma anche così tanto reale, di chi forse avrebbe qualcosa da dire, se qualcuno gli dicesse cosa. Questa volta a Fiordipisello non mancano le parole (se non proprio quelle che lo hanno reso il personaggio che è, eche Fiordipisello prova a ricordare con una nostalgia irriducibile): gli mancano gli attori della storia di cui è autore ulteriore. Non resta che coinvolgere gli spettatori in un gioco moltiplicato di legittimità rappresentativa: chi può dire cosa e come? Gli spettatori, invitati inconsapevoli di un Sogno, diventano ora protagonisti della sua rappresentazione. Tutto è quello che era, ma è già qualcos’altro di cui non sappiamo ancora nulla.
Quel che resta di una festa (maschere e coriandoli ovunque, cibo, vino e vomito sul pavimento, echi di musiche lontane) e amori, consumati o inconsumabili, disegnano la vertigine in cui cade Fiordipisello, nel tentativo ultimo di essere se stesso (o quello che lui crede di essere). Un tentativo che è quello di tutti, testimoni silenziati di una storia a cui non possiamo rinunciare di partecipare.
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