Teatro Furio Camillo 1 Marzo 2014 “DUE - una piccola patria” di Paolo Alessandri e Pierluigi Bevilacqua
con Pierluigi Bevilacqua e Ramona Genna
e con Enrico Cibelli
regia Paolo Alessandri
La Piccola Compagnia Impertinente lancia una nuova sfida: raccontare in scena l’amore senza l’ausilio delle parole, dando espressione al dialogo intimo di una coppia innamorata esclusivamente attraverso la musica, il gesto e…due burattini. Una storia raccontata attraverso la colonna sonora originale firmata da Enrico Cibelli e la sua Overbooking orchestra, la cui musica diventa partitura drammaturgica e soluzione di regia. Togli le parole a una storia d’amore, lascia le emozioni che due innamorati provano. Tutto quello che circonda i due protagonisti diventa colonna sonora, scenografia, monumento. Due è uno spettacolo che fa questo. Due burattini, due pupazzi, due persone. Due è un abbraccio dopo aver abbassato le difese o uno scontro senza esclusione di colpi. Due è la storia di due innamorati che si mettono a nudo. Senza riserve.
“Due – una piccola patria è uno spettacolo ambizioso. Per la mancanza di parole, per il fatto che esse sono sostituite da una colonna sonora originale e per la ragione che tra due persone e la loro storia d’amore non ci sia necessità di una comunicazione verbale. Due è uno spettacolo ambizioso anche perché raccontare l’amore è un rischio drammaturgico, facile alla banalità e al cliché.”
Teatro Furio Camillo 1 Marzo 2014 “DUE - una piccola patria” di Paolo Alessandri e Pierluigi Bevilacqua
con Pierluigi Bevilacqua e Ramona Gennae con Enrico Cibelli
regia Paolo Alessandri
La Piccola Compagnia Impertinente lancia una nuova sfida: raccontare in scena l’amore senza l’ausilio delle parole, dando espressione al dialogo intimo di una coppia innamorata esclusivamente attraverso la musica, il gesto e…due burattini. Una storia raccontata attraverso la colonna sonora originale firmata da Enrico Cibelli e la sua Overbooking orchestra, la cui musica diventa partitura drammaturgica e soluzione di regia. Togli le parole a una storia d’amore, lascia le emozioni che due innamorati provano. Tutto quello che circonda i due protagonisti diventa colonna sonora, scenografia, monumento. Due è uno spettacolo che fa questo. Due burattini, due pupazzi, due persone. Due è un abbraccio dopo aver abbassato le difese o uno scontro senza esclusione di colpi. Due è la storia di due innamorati che si mettono a nudo. Senza riserve.
“Due – una piccola patria è uno spettacolo ambizioso. Per la mancanza di parole, per il fatto che esse sono sostituite da una colonna sonora originale e per la ragione che tra due persone e la loro storia d’amore non ci sia necessità di una comunicazione verbale. Due è uno spettacolo ambizioso anche perché raccontare l’amore è un rischio drammaturgico, facile alla banalità e al cliché.”
e con Enrico Cibelli
regia Paolo Alessandri
La Piccola Compagnia Impertinente lancia una nuova sfida: raccontare in scena l’amore senza l’ausilio delle parole, dando espressione al dialogo intimo di una coppia innamorata esclusivamente attraverso la musica, il gesto e…due burattini. Una storia raccontata attraverso la colonna sonora originale firmata da Enrico Cibelli e la sua Overbooking orchestra, la cui musica diventa partitura drammaturgica e soluzione di regia. Togli le parole a una storia d’amore, lascia le emozioni che due innamorati provano. Tutto quello che circonda i due protagonisti diventa colonna sonora, scenografia, monumento. Due è uno spettacolo che fa questo. Due burattini, due pupazzi, due persone. Due è un abbraccio dopo aver abbassato le difese o uno scontro senza esclusione di colpi. Due è la storia di due innamorati che si mettono a nudo. Senza riserve.
“Due – una piccola patria è uno spettacolo ambizioso. Per la mancanza di parole, per il fatto che esse sono sostituite da una colonna sonora originale e per la ragione che tra due persone e la loro storia d’amore non ci sia necessità di una comunicazione verbale. Due è uno spettacolo ambizioso anche perché raccontare l’amore è un rischio drammaturgico, facile alla banalità e al cliché.”
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