Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica
Teatro Biblioteca Quarticciolo 26 gennaio 2014 “Una specie di Alaska” di Harold Pinter con Sara Bertelà, Nicola Pannelli, Orietta Notari, progetto regia Valerio Binasco. Una specie di Alaska è una commedia terribile come un incubo, dura come una relazione scientifica e struggente come un mèlo. È ispirata alla Raccolta di testimonianze reali che il medico Oliver Sacks raccoglie nella sua memorabile opera “risvegli’ in cui racconta le esperienze dei suoi pazienti affetti dell’encephalitis letargica, epidemia che dopo il 1916 Terrorizzò buona parte del mondo. Una ragazzina è rimasta come ‘addormentata’ per quasi trent’ anni. Oggi si risveglia. È convinta di andare alla festa del suo compleanno, la mamma gli ha preparato un vestito per i suoi quindici anni. Ma non c’è nessuna festa. Non ci sono più né padre né madre. C’è una donna ‘vecchia’ di quarantacinque anni ed è lei stessa . Ad aiutarla nel suo nuovo contatto con il mondo ci sono la sorella prediletta – divenuta ‘vecchia’ a sua volta- e un amico di famiglia, un dottore che ha sperimentato la medicina (la l-dopa) su di lei… E’ quasi impossibile convincere quella ragazzina di ciò che le è successo. Nel bene e nel male, però, bisogna vivere lo stesso, anche se tutto è privo di senso.Gli spettatori sono essi stessi i ravvicinati testimoni nella camera d’ospedale in cui si svolge la storia. Sara Bertelà, nei panni di Deborah, affiancata da Orietta Notari e Nicola Pannelli, conduce il pubblico in un clima sospeso – “… in una specie di Alaska”, per l’appunto – tra un presente assurdo dove non riesce a collocarsi e quel tempo ‘bianco’, non vissuto e rubato, che non tornerà più.
Recensione dello spettacolo su TeatroeCriticaTeatro Biblioteca Quarticciolo 26 gennaio 2014 “Una specie di Alaska” di Harold Pinter con Sara Bertelà, Nicola Pannelli, Orietta Notari, progetto regia Valerio Binasco. Una specie di Alaska è una commedia terribile come un incubo, dura come una relazione scientifica e struggente come un mèlo. È ispirata alla Raccolta di testimonianze reali che il medico Oliver Sacks raccoglie nella sua memorabile opera “risvegli’ in cui racconta le esperienze dei suoi pazienti affetti dell’encephalitis letargica, epidemia che dopo il 1916 Terrorizzò buona parte del mondo. Una ragazzina è rimasta come ‘addormentata’ per quasi trent’ anni. Oggi si risveglia. È convinta di andare alla festa del suo compleanno, la mamma gli ha preparato un vestito per i suoi quindici anni. Ma non c’è nessuna festa. Non ci sono più né padre né madre. C’è una donna ‘vecchia’ di quarantacinque anni ed è lei stessa . Ad aiutarla nel suo nuovo contatto con il mondo ci sono la sorella prediletta – divenuta ‘vecchia’ a sua volta- e un amico di famiglia, un dottore che ha sperimentato la medicina (la l-dopa) su di lei… E’ quasi impossibile convincere quella ragazzina di ciò che le è successo. Nel bene e nel male, però, bisogna vivere lo stesso, anche se tutto è privo di senso.Gli spettatori sono essi stessi i ravvicinati testimoni nella camera d’ospedale in cui si svolge la storia. Sara Bertelà, nei panni di Deborah, affiancata da Orietta Notari e Nicola Pannelli, conduce il pubblico in un clima sospeso – “… in una specie di Alaska”, per l’appunto – tra un presente assurdo dove non riesce a collocarsi e quel tempo ‘bianco’, non vissuto e rubato, che non tornerà più.
Teatro Biblioteca Quarticciolo 26 gennaio 2014 “Una specie di Alaska” di Harold Pinter con Sara Bertelà, Nicola Pannelli, Orietta Notari, progetto regia Valerio Binasco. Una specie di Alaska è una commedia terribile come un incubo, dura come una relazione scientifica e struggente come un mèlo. È ispirata alla Raccolta di testimonianze reali che il medico Oliver Sacks raccoglie nella sua memorabile opera “risvegli’ in cui racconta le esperienze dei suoi pazienti affetti dell’encephalitis letargica, epidemia che dopo il 1916 Terrorizzò buona parte del mondo. Una ragazzina è rimasta come ‘addormentata’ per quasi trent’ anni. Oggi si risveglia. È convinta di andare alla festa del suo compleanno, la mamma gli ha preparato un vestito per i suoi quindici anni. Ma non c’è nessuna festa. Non ci sono più né padre né madre. C’è una donna ‘vecchia’ di quarantacinque anni ed è lei stessa . Ad aiutarla nel suo nuovo contatto con il mondo ci sono la sorella prediletta – divenuta ‘vecchia’ a sua volta- e un amico di famiglia, un dottore che ha sperimentato la medicina (la l-dopa) su di lei… E’ quasi impossibile convincere quella ragazzina di ciò che le è successo. Nel bene e nel male, però, bisogna vivere lo stesso, anche se tutto è privo di senso.Gli spettatori sono essi stessi i ravvicinati testimoni nella camera d’ospedale in cui si svolge la storia. Sara Bertelà, nei panni di Deborah, affiancata da Orietta Notari e Nicola Pannelli, conduce il pubblico in un clima sospeso – “… in una specie di Alaska”, per l’appunto – tra un presente assurdo dove non riesce a collocarsi e quel tempo ‘bianco’, non vissuto e rubato, che non tornerà più.
Posta un commento