Teatro Kopò 11 Gennaio 2014
"L'uomo carbone"
di Michele di Mauro e Federica Vicino.
Regia: Federica Vicino.
Con: Massimo Leone, Michele Di Mauro, Davide Clivio, Rita De Bonis, Lina Bartolozzi, Nicky De Chiara, Rossella Remigio, Carlo Elpidio, Giulia Cipollone, Denise De Luca, Alberto Grosso, Giorgia Starinieri.
L’8 agosto del 1956, un’esplosione devasta il pozzo n. 1 della miniera di Bois du Cazier, a Marcinelle in Belgio. 262 dei 274 minatori presenti in quel momento nella miniera perdono la vita: 136 sono italiani; 60 di queste vittime sono di origine abruzzese; si tratta di emigranti, partiti alla volta del Belgio all’indomani della ratifica dell’”Accordo Uomo – Carbone”. L’allestimento curato dal Teatro Sociale di Pescara racconta la storia di due fratelli, Antonio e Sandro, partiti alla volta del Belgio, con in tasca la domanda di emigrazione e nel cuore tutti i sogni, le speranze, i rimpianti di due ragazzi qualunque. Nel pozzo numero uno, quella maledetta mattina dell’8 agosto del ’56, scopriranno che in realtà avevano imboccato la strada che li conduceva inesorabilmente verso il loro destino. Una storia dura e toccante, dai risvolti neorealistici, che qualcuno ha definito “verghiana”, i cui protagonisti non sono però delle trasposizioni sceniche del clichè del minatore o dell’emigrante, ma persone. Il nucleo centrale della storia de “L’uomo-carbone” si snoda attorno alla necessità di rivelare questa semplice, ma non trascurabile, incontrovertibile verità: i minatori di Marcinelle, prima che minatori, erano persone. Con le loro storie, le loro vite, i loro sentimenti, le loro speranze, le loro paure. E il loro destino.
Teatro Kopò 11 Gennaio 2014"L'uomo carbone"
di Michele di Mauro e Federica Vicino.
Regia: Federica Vicino.
Con: Massimo Leone, Michele Di Mauro, Davide Clivio, Rita De Bonis, Lina Bartolozzi, Nicky De Chiara, Rossella Remigio, Carlo Elpidio, Giulia Cipollone, Denise De Luca, Alberto Grosso, Giorgia Starinieri.
L’8 agosto del 1956, un’esplosione devasta il pozzo n. 1 della miniera di Bois du Cazier, a Marcinelle in Belgio. 262 dei 274 minatori presenti in quel momento nella miniera perdono la vita: 136 sono italiani; 60 di queste vittime sono di origine abruzzese; si tratta di emigranti, partiti alla volta del Belgio all’indomani della ratifica dell’”Accordo Uomo – Carbone”. L’allestimento curato dal Teatro Sociale di Pescara racconta la storia di due fratelli, Antonio e Sandro, partiti alla volta del Belgio, con in tasca la domanda di emigrazione e nel cuore tutti i sogni, le speranze, i rimpianti di due ragazzi qualunque. Nel pozzo numero uno, quella maledetta mattina dell’8 agosto del ’56, scopriranno che in realtà avevano imboccato la strada che li conduceva inesorabilmente verso il loro destino. Una storia dura e toccante, dai risvolti neorealistici, che qualcuno ha definito “verghiana”, i cui protagonisti non sono però delle trasposizioni sceniche del clichè del minatore o dell’emigrante, ma persone. Il nucleo centrale della storia de “L’uomo-carbone” si snoda attorno alla necessità di rivelare questa semplice, ma non trascurabile, incontrovertibile verità: i minatori di Marcinelle, prima che minatori, erano persone. Con le loro storie, le loro vite, i loro sentimenti, le loro speranze, le loro paure. E il loro destino.
"L'uomo carbone"
di Michele di Mauro e Federica Vicino.
Regia: Federica Vicino.
Con: Massimo Leone, Michele Di Mauro, Davide Clivio, Rita De Bonis, Lina Bartolozzi, Nicky De Chiara, Rossella Remigio, Carlo Elpidio, Giulia Cipollone, Denise De Luca, Alberto Grosso, Giorgia Starinieri.
L’8 agosto del 1956, un’esplosione devasta il pozzo n. 1 della miniera di Bois du Cazier, a Marcinelle in Belgio. 262 dei 274 minatori presenti in quel momento nella miniera perdono la vita: 136 sono italiani; 60 di queste vittime sono di origine abruzzese; si tratta di emigranti, partiti alla volta del Belgio all’indomani della ratifica dell’”Accordo Uomo – Carbone”. L’allestimento curato dal Teatro Sociale di Pescara racconta la storia di due fratelli, Antonio e Sandro, partiti alla volta del Belgio, con in tasca la domanda di emigrazione e nel cuore tutti i sogni, le speranze, i rimpianti di due ragazzi qualunque. Nel pozzo numero uno, quella maledetta mattina dell’8 agosto del ’56, scopriranno che in realtà avevano imboccato la strada che li conduceva inesorabilmente verso il loro destino. Una storia dura e toccante, dai risvolti neorealistici, che qualcuno ha definito “verghiana”, i cui protagonisti non sono però delle trasposizioni sceniche del clichè del minatore o dell’emigrante, ma persone. Il nucleo centrale della storia de “L’uomo-carbone” si snoda attorno alla necessità di rivelare questa semplice, ma non trascurabile, incontrovertibile verità: i minatori di Marcinelle, prima che minatori, erano persone. Con le loro storie, le loro vite, i loro sentimenti, le loro speranze, le loro paure. E il loro destino.
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