Teatro Tordinona 12 Gennaio 2014 Compagnia DeaTriba presenta
AMLETO
di William Shakespeare
regia di Luca Archibugi
con Enrico Grimaldi, Arianna Ninchi, Dario Alberti, Veronica Zucchi, Danilo Garraffa, Fabrizio Punzi Sambiase, Chiara Iuliucci, Beatrice Eleuteri, Marco Ciampa, Roberta La Tona, Rossella Pazienza
assistenti alla regia Carlotta de Cuntis, Carlo Ghirardi
musica a cura di Marco La Placa
luci Giovanni Fania
trucco e acconciature Maria Flaminia Grande
costumi Alessandro Egitto & Maria Flaminia Grande
Rappresentazione per sole marionette della tragedia scespiriana alle estreme conseguenze del gran finale del balletto tirato dai fili. La scelta del linguaggio riesce ad attualizzare termini e concetti senza rompere col piano classico dell’originale, arricchendo ma non deformando il flusso di parole/pensieri di un Amleto che parla da personaggio scespiriano che si rivolge ad un pubblico giovanile odierno. Questo gioco tra farsa e tragedia, miscela in perfetto equilibrio di effetti comici e drammatici, è una sorta di messaggio “politico” in un mondo dove tutto, ideali e valori, politica e cultura, sono ridotti ad una miserabile farsa di buffoni. Di qui la tristezza di un Amleto che si adegua ai tempi moderni, assumendo ora lo sguardo languido e il tono tremante di un Carmelo Bene, ora piroettando come una marionetta impazzita che cerca di tagliarsi i fili alla Paolo Poli.
Teatro Tordinona 12 Gennaio 2014 Compagnia DeaTriba presentaAMLETO
di William Shakespeare
regia di Luca Archibugi
con Enrico Grimaldi, Arianna Ninchi, Dario Alberti, Veronica Zucchi, Danilo Garraffa, Fabrizio Punzi Sambiase, Chiara Iuliucci, Beatrice Eleuteri, Marco Ciampa, Roberta La Tona, Rossella Pazienza
assistenti alla regia Carlotta de Cuntis, Carlo Ghirardi
musica a cura di Marco La Placa
luci Giovanni Fania
trucco e acconciature Maria Flaminia Grande
costumi Alessandro Egitto & Maria Flaminia Grande
Rappresentazione per sole marionette della tragedia scespiriana alle estreme conseguenze del gran finale del balletto tirato dai fili. La scelta del linguaggio riesce ad attualizzare termini e concetti senza rompere col piano classico dell’originale, arricchendo ma non deformando il flusso di parole/pensieri di un Amleto che parla da personaggio scespiriano che si rivolge ad un pubblico giovanile odierno. Questo gioco tra farsa e tragedia, miscela in perfetto equilibrio di effetti comici e drammatici, è una sorta di messaggio “politico” in un mondo dove tutto, ideali e valori, politica e cultura, sono ridotti ad una miserabile farsa di buffoni. Di qui la tristezza di un Amleto che si adegua ai tempi moderni, assumendo ora lo sguardo languido e il tono tremante di un Carmelo Bene, ora piroettando come una marionetta impazzita che cerca di tagliarsi i fili alla Paolo Poli.
AMLETO
di William Shakespeare
regia di Luca Archibugi
con Enrico Grimaldi, Arianna Ninchi, Dario Alberti, Veronica Zucchi, Danilo Garraffa, Fabrizio Punzi Sambiase, Chiara Iuliucci, Beatrice Eleuteri, Marco Ciampa, Roberta La Tona, Rossella Pazienza
assistenti alla regia Carlotta de Cuntis, Carlo Ghirardi
musica a cura di Marco La Placa
luci Giovanni Fania
trucco e acconciature Maria Flaminia Grande
costumi Alessandro Egitto & Maria Flaminia Grande
Rappresentazione per sole marionette della tragedia scespiriana alle estreme conseguenze del gran finale del balletto tirato dai fili. La scelta del linguaggio riesce ad attualizzare termini e concetti senza rompere col piano classico dell’originale, arricchendo ma non deformando il flusso di parole/pensieri di un Amleto che parla da personaggio scespiriano che si rivolge ad un pubblico giovanile odierno. Questo gioco tra farsa e tragedia, miscela in perfetto equilibrio di effetti comici e drammatici, è una sorta di messaggio “politico” in un mondo dove tutto, ideali e valori, politica e cultura, sono ridotti ad una miserabile farsa di buffoni. Di qui la tristezza di un Amleto che si adegua ai tempi moderni, assumendo ora lo sguardo languido e il tono tremante di un Carmelo Bene, ora piroettando come una marionetta impazzita che cerca di tagliarsi i fili alla Paolo Poli.
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