Teatro Tor Di Nona 6 dicembre 2013 “IL PECCATO”
dall'omonimo romanzo di Zachar Prilepin
di Zachar Prilepin, regia di Fabrizio Parenti
drammaturgia di Sara Cavosi, Laura Grimaldi, Fabio Marson e Antea Moro
con:
Caccioppoli Roberto
Caccamo cristiano
Cardinale Francesca
Colombo Valeria
De Paola Gregorio
Lamanna Mauro
Leoni Matteo
Malinconico Renata
Masseroni Giorgia
Principi Valentina
Rubinelli Giulio
Vicario alice
Zacchia Federica
“È così che sto al mondo. Do fastidio a Dio, agli uomini, e a quelle bestie degli animali”. Venedikt Erofeev Non siamo mai una persona. Siamo sempre tanti, quelli che eravamo prima, da bambini, da giovani e siamo quelli che saremo da vecchi. Siamo quelli che sono stati umiliati e quelli che hanno trionfato, siamo miserabili e sublimi, vigliacchi ed eroici, malati e medici. Ed ognuno di questa folta schiera di nostri io scompare e riappare continuamente, come in continuo gioco di specchi, in cui l'immagine riflessa sembra la nostra ma a guardarla bene non lo è più. Dal romanzo di Zachar Prilepin, uno spettacolo in cui il gioco di stili e di forme narrative vuole raccontare l'impossibilità dell' unicità della vita, raggiungibile solo attraverso la nostra trasformazione in personaggi di una storia racconta a qualcun altro.
17.12.13
Teatro
dall'omonimo romanzo di Zachar Prilepin
di Zachar Prilepin, regia di Fabrizio Parenti
drammaturgia di Sara Cavosi, Laura Grimaldi, Fabio Marson e Antea Moro
con:
Caccioppoli Roberto
Caccamo cristiano
Cardinale Francesca
Colombo Valeria
De Paola Gregorio
Lamanna Mauro
Leoni Matteo
Malinconico Renata
Masseroni Giorgia
Principi Valentina
Rubinelli Giulio
Vicario alice
Zacchia Federica
“È così che sto al mondo. Do fastidio a Dio, agli uomini, e a quelle bestie degli animali”. Venedikt Erofeev Non siamo mai una persona. Siamo sempre tanti, quelli che eravamo prima, da bambini, da giovani e siamo quelli che saremo da vecchi. Siamo quelli che sono stati umiliati e quelli che hanno trionfato, siamo miserabili e sublimi, vigliacchi ed eroici, malati e medici. Ed ognuno di questa folta schiera di nostri io scompare e riappare continuamente, come in continuo gioco di specchi, in cui l'immagine riflessa sembra la nostra ma a guardarla bene non lo è più. Dal romanzo di Zachar Prilepin, uno spettacolo in cui il gioco di stili e di forme narrative vuole raccontare l'impossibilità dell' unicità della vita, raggiungibile solo attraverso la nostra trasformazione in personaggi di una storia racconta a qualcun altro.