Anfiteatro di Sutri 9 Luglio 2013 MdaProduzioni Danza “CALIGOLA”
da Svetonio e Camus
drammaturgia Tringali/Gatti
regia e coreografia Aurelio Gatti
musica originale Lucrezio deSeta
scena e costumi capannone Moliere
con
Carlotta Bruni
Luna Marongiu
Rosa Merlino
Roberta Rosignoli
e
Valentina Capone
Cinzia Maccagnano
Sebastiano Tringali
e quindici anziani senatori
…...Ma non sono pazzo e posso dire perfino di non essere mai stato così ragionevole come ora. Semplicemente mi sono sentito all'improvviso un bisogno di impossibile. Le cose così come sono non mi sembrano soddisfacenti. [...] è vero‚ ma non lo sapevo prima. Adesso lo so. Questo mondo così com'è fatto non è sopportabile. Ho bisogno della luna‚ o della felicità o dell'immortalità‚ di qualcosa che sia demente forse‚ ma che non sia di questo mondo. Dal Caligola opera teatrale di Albert Camus‚ elaborato in diverse versioni dal 1937 al 1958. Testo incentrato sul delirio del potere‚ rappresentato per la prima volta a Parigi nel 1945. Camus lavorò a questo testo nel corso di vent'anni – dal 1937 fino alla versione "definitiva" pubblicata nel 1958. La rielaborazione fu profonda: le tre stesure definitive presentano rilevanti differenze. Nella versione del 1941 acquistano rilievo i personaggi dello schiavo Elicone e del letterato Cherea‚ filosofo materialista che fa da antagonista allo stesso imperatore. L'opera inizia con la scomparsa di Caligola in seguito alla morte della sorella/amante Drusilla‚ un personaggio chiave sul quale gravita la “trasformazione” dell'imperatore‚ che viene descritto dai senatori come un principe ideale: un condottiero‚ generoso e amato dal popolo‚ ma con un difetto‚ amava troppo la letteratura. La narrazione di Camus è molto veloce come la trasformazione dell'imperatore... Caligola è in preda alla pazzia ma con i suoi comportamenti influenza e mette nella condizione di interrogarsi : costringe a pensare ‚ mette in pericolo la normalità‚... il dramma di Camus si conclude con il discorso in cui Caligola comprende che la felicità è irraggiungibile ma anche il dolore non ha senso perché nulla dura a lungo. In questa sintesi la libertà perché non si è più soggetto ai ricordi o alle illusioni‚ ma anche la consapevolezza del “vuoto” : Caligola si rende conto di essere vuoto‚ non possiede niente‚ nemmeno la paura della morte dura molto e ciò che gli resta‚ come dice lui stesso‚ è solo “un grande buco vuoto nel quale si agitano le ombre delle mie passioni”.