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Kizuna = Bonds = Legami



Rocca Colonna Castelnuovo di Porto 11 maggio 2013 “KIZUNA = BONDS= LEGAMI” Burst estratto da The Mathematics of resonant (prima parte), coreografie Benedetta Capanna con Benedetta Capanna e Stefano Fardelli. Musiche: Strauss, Musica tradizionale Giapponese, Sciarrino. Kizuna è la parola giapponese che significa Legami, e il suo ideogramma è stato preso come simbolo del 2011. Kizuna è la celebrazione di quei legami senza un perché, senza un fine e senza fine, che si nutrono del silenzio e dell’assenza, quei legami che continuano a farci crescere accompagnandoci nel viaggio verso l’essenza più pura di noi stessi. Sono quei legami che legano alla libertà, i cordoni ombelicali dello spirito… . Rosari di immagini, suggestioni, emozioni da sgranare e in cui ripararsi. Passato, presente, futuro ed eternità … I due danzatori si ritrovano così a ricreare col loro corpo questo simbolo sigillando questi legami senza tempo, nell’apparente labirinto della vita. Kizuna è unaproduzione excursus in collaborazione con 369gradi e CORE

link: www.benedettacapanna.it
17.5.13
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L’aiutante di Brušek



FORTE FANFULLA 9 - 11 Maggio 2013 Rassegna PARABOLE FRA I SANPIETRINI “C’è bisogno” Festival di teatro da Roma in fuori II Edizione “L’aiutante di Brušek” Progetto In Cuniculum. Autore-musicista-regista: Carlo Cenini. Attore-regista-tecnica: Stefano Pietro Detassis. Co-prodotto da Spazio Off (Tn) spettacolo facente parte del progetto In Cuniculum, prima tappa di un percorso in continua crescita: lo spettacolo nasce come progetto di ricerca intorno al testo Felidae di Akif Pirinçci e a In cuniculum, testo originale, di Carlo Cenini. Il protagonista di questo monologo si chiama Giorgio Valmarana ed è l’aiutante di uno scienziato, il Brušek del titolo. Brušek non è mai presente in scena ed è impegnato nella ricerca di una pomata in grado di cicatrizzare e riparare qualsiasi tipo di ferita o amputazione da arma da taglio. Valmarana riceve da Brušek dei pacchi postali contenenti le cavie e varie confezioni di pomate non riuscite. Le pomate non riuscite hanno altri effetti rispetto a quello cicatrizzante, giudicati comunque commerciabili. A un certo punto Valmarana scoprirà che Brušek è morto da tempo. Lo spettatore potrà essere colto dal dubbio che Valmarana sia impazzito a furia di testare pomate e che Brušek sia solo una delle sue allucinazioni, ma questo dubbio non verrà mai risolto. Come l’aiutante rimane relegato, per troppo tempo, tra quattro mura, così tutto accade sul palco: si ricerca la possibilità di evocare ciò che sta intorno alla vera e propria storia, facendo intuire al pubblico elementi che potrà montare personalmente creandosi la sua storia privata. Cavie come il protagonista, Valmarana.
17.5.13
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L'arma - How long is now



Recensione e approfondimenti dello spettacolo su TeatroeCritica.net

Teatro Vascello dal 30 aprile al 12 maggio 2013 Motoproduzioni Srl - TSI La fabbrica dell'Attore – La Casa dei Racconti “L'ARMA - HOW LONG IS NOW” di Duccio Camerini con Giorgio Colangeli, Andrea Bosca e Mariachiara Di Mitri. Regia di Aureliano Amadei. Scenografia Tommaso Garavini e Fabiana Di Marco, Costumi Daniela Ciancio, Aiuto regia Vanessa Bollar Maqueira, Casting Flaminia Lizzani, Disegno luci Vittorio Omodei Zorini. Una favola cattiva sul mondo invisibile di oggi, che tratta di padri e figli, appartenenza ed esclusione, "sistema" ed individuo. Libertà, diremmo, se non fosse una parola ambigua. Centro dell'azione è un uomo che ha fallito i propri obbiettivi, ha tagliato i ponti col mondo. Dopo aver rubato una neonata in modo incidentale, si ritira in cima ad una montagna. Il suo vero figlio viene a cercarlo, ma sbaglierà tempo.Sulla montagna è rimasta solo la figlia adottata/rapita e quasi prigioniera, che ormai è una ragazzina. Lei non conosce niente delle leggi del vivere, conosce solo i precetti ossessivi che le ha lasciato il padre. Precetti per difendersi dall'aggressività del mondo. I tre personaggi si rincorrono nel testo attraverso i diversi tempi in cui cade il momento decisivo dell’esistenza di ciascuno. Per ognuno di loro, in un verso o nell’altro, il confronto con le violente attese dell’esterno, è o sarà determinante. Titolo originale del testo finalista al 50° Premio Riccione per il Teatro “How Long Is Now”. L’ARMA è un montaggio di primi piani che si muovono nel tempo e nello spazio. Ognuno dei tre personaggi compie un viaggio di andata e ritorno nelle proprie illusioni, mostrandoci esclusivamente un punto di vista privato, un tassello, un sottoquadro, un fotogramma: un primo piano. L'esigenza di stabilire un piano, un'inquadratura, deriva, forse, dal duplice impegno teatrale/cinematografico che il progetto prevede nella sua dimensione più ampia. Infatti, immediatamente dopo la rappresentazione teatrale, lo stesso cast sarà impiegato nell'adattamento cinematografico del testo. In questo modo si intende inquinare i due media, cercando di sfruttare reciprocamente i vantaggi di uno, nell'altro. E' per questo che la messa in scena avrà dunque degli aspetti cinematografici. Lo spazio vitale dei personaggi, è sempre impenetrabile, limitato e claustrofobico. Anche quando, dalla cima di una montagna, a turno, i personaggi credono di dominare il mondo, non percepiscono la bolla di vetro che li rinchiude. Si illudono segretamente che la bolla di qualcun altro possa essere più ricca, ma hanno paura di riconoscere che l'unico modo di arricchire la propria bolla è di invitare qualcun altro a farne parte.
17.5.13
 
 
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