Teatro 7, Roma 13 ottobre 2013 “CLANDESTINI” con: Marco Cavallaro, Alessandro Salvatori, Andrea Perrozzi, Antonia Renzella di Gianni Clementi, regia Vanessa Gasbarri. ''Quando una società perde i punti di riferimento e la curiosità si avvita su se stessa, le conseguenze generano un' implosione della società stessa...ecco che in un'ipotetica visione del futuro avviene un ribaltamento di posizioni e di ruoli...i padroni diventano servi ed i servi padroni. E quando i servi divengono padroni...so' cazzi!'' (G.Clementi) Dalla prolifica penna di Gianni Clementi nasce ''Clandestini'', in cui l'autore immagina un deciso ribaltamento degli equilibri economici mondiali conseguente alla profonda crisi petrolifera che già oggi stiamo vivendo (assaporando). Il futuro è già qui, un futuro in cui è il mondo occidentale a sbarcare clandestinamente sulle coste di un paese africano per cercar quella fortuna ormai sperperata in patria, un futuro nel quale, ormai, il tempo a disposizione è terminato e la salvezza è possibile solo lontano da casa e quello che oggi chiamiamo ''primo mondo'' non sarà che l'ultimo di quelli possibili.
Teatro 7, Roma 13 ottobre 2013 “CLANDESTINI” con: Marco Cavallaro, Alessandro Salvatori, Andrea Perrozzi, Antonia Renzella di Gianni Clementi, regia Vanessa Gasbarri. ''Quando una società perde i punti di riferimento e la curiosità si avvita su se stessa, le conseguenze generano un' implosione della società stessa...ecco che in un'ipotetica visione del futuro avviene un ribaltamento di posizioni e di ruoli...i padroni diventano servi ed i servi padroni. E quando i servi divengono padroni...so' cazzi!'' (G.Clementi) Dalla prolifica penna di Gianni Clementi nasce ''Clandestini'', in cui l'autore immagina un deciso ribaltamento degli equilibri economici mondiali conseguente alla profonda crisi petrolifera che già oggi stiamo vivendo (assaporando). Il futuro è già qui, un futuro in cui è il mondo occidentale a sbarcare clandestinamente sulle coste di un paese africano per cercar quella fortuna ormai sperperata in patria, un futuro nel quale, ormai, il tempo a disposizione è terminato e la salvezza è possibile solo lontano da casa e quello che oggi chiamiamo ''primo mondo'' non sarà che l'ultimo di quelli possibili.
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