Incontro con la compagnia
CSC San Bonaventura Bassano del Grappa 29.08.2013
“W (PROVA DI RESISTENZA)”
di e con Beatrice Baruffini, luci e audio Dario Alberici. La prova di resistenza è una prova caratteristica del mattone forato. Viene fatta applicando un carico di peso sempre maggiore su tutti e tre i lati del mattone, fino a raggiungere il carico di rottura e stabilire così il grado di resistenza del mattone forato. “W” è il grido di vittoria di chi supera quella prova senza morire. Parma 1922: prova di resistenza. Nei quartieri popolari dell’Oltretorrente e del Naviglio gli abitanti resistettero, innalzando le barricate, all’aggressione dei fascisti guidati da Italo Balbo. Furono cinque giorni di scontri in cui quasi tutta la città si schierò unita contro un comune nemico. Donne, uomini, bambini, ragazzi, ognuno come poteva, parteciparono a una lotta collettiva che portò Parma a essere l’unica città in grado di respingere il fascismo, prima della marcia su Roma. Questa è una storia di povertà e di vendetta. Di buoni e cattivi. Di rossi e neri. È un racconto dove le passioni nascono in strada, fuori dalla finestra, perché in casa si sta stretti. E in strada, in fila per il bagno, davanti all’unica fontana che pompa acqua, Beatrice Baruffini (Parma) sugli scalini a giocare a carte, sulla porta delle osterie, si vive. Si fa l’appello dei figli per vedere quanti sono. Si fischietta Verdi, ci si prende a pugni, ci si allena alla lotta. Si sceglie la guerra. Si alzano marciapiedi. Muri. Barricate. È una storia di ribellione e di resistenza. Di mattoni forati e di donne e uomini tutti d’un pezzo.
Incontro con la compagnia
CSC San Bonaventura Bassano del Grappa 29.08.2013
“W (PROVA DI RESISTENZA)”
di e con Beatrice Baruffini, luci e audio Dario Alberici. La prova di resistenza è una prova caratteristica del mattone forato. Viene fatta applicando un carico di peso sempre maggiore su tutti e tre i lati del mattone, fino a raggiungere il carico di rottura e stabilire così il grado di resistenza del mattone forato. “W” è il grido di vittoria di chi supera quella prova senza morire. Parma 1922: prova di resistenza. Nei quartieri popolari dell’Oltretorrente e del Naviglio gli abitanti resistettero, innalzando le barricate, all’aggressione dei fascisti guidati da Italo Balbo. Furono cinque giorni di scontri in cui quasi tutta la città si schierò unita contro un comune nemico. Donne, uomini, bambini, ragazzi, ognuno come poteva, parteciparono a una lotta collettiva che portò Parma a essere l’unica città in grado di respingere il fascismo, prima della marcia su Roma. Questa è una storia di povertà e di vendetta. Di buoni e cattivi. Di rossi e neri. È un racconto dove le passioni nascono in strada, fuori dalla finestra, perché in casa si sta stretti. E in strada, in fila per il bagno, davanti all’unica fontana che pompa acqua, Beatrice Baruffini (Parma) sugli scalini a giocare a carte, sulla porta delle osterie, si vive. Si fa l’appello dei figli per vedere quanti sono. Si fischietta Verdi, ci si prende a pugni, ci si allena alla lotta. Si sceglie la guerra. Si alzano marciapiedi. Muri. Barricate. È una storia di ribellione e di resistenza. Di mattoni forati e di donne e uomini tutti d’un pezzo.
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