CSC San Bonaventura Bassano del Grappa 28.08.2013 “L’UOMO NEL DILUVIO” di e con Valerio Malorni. Chi è l’uomo nel diluvio?In principio era Noè. Oggi siamo Noi. Perché la parola emigrazione non è mai stata così in voga come ora. Sotto questo diluvio. Il progetto nasce dall’incontro con un’immagine di un libro per bambini, molto amato da mia figlia, la storia dell’arca di Noè. Nel libro vi è raffigurata la moglie del patriarca di fronte alla porta di casa, nell’atto di mangiarsi le unghie. Il marito, impegnato nella costruzione dell’arca, le ha dato il compito di scegliere e prendere tutto ciò che intende salvare dal diluvio, ma lei di fronte all’uscio di casa non entra, indugia, e si mangia le unghie. Di fronte al diluvio quotidiano che siamo chiamati a vivere, cerchiamo di costruire un’arca, in cui custodire ciò che ancora rimane, ciò che ancora sta. Qualcosa si è rotto, forse le acque, nell’anno 30 della mia vita. E ho cominciato a considerare l’idea di partire, di salvarmi, di salvare mia figlia. Mi sono chiuso in bagno a leggere e ho trovato un uomo che nell’anno 601 della sua vita scende da un’arca, per fondare una nuova vita, dopo il più grande diluvio della storia. Sono uscito dal bagno, allora, per cercare qualcuno a cui raccontare la storia del secondo patriarca; la storia di questa società; la storia di un uomo che ha bisogno di un’arca e ha solo un ombrello, la storia di un uomo che vuole partire, che non vuole dio.
CSC San Bonaventura Bassano del Grappa 28.08.2013 “L’UOMO NEL DILUVIO” di e con Valerio Malorni. Chi è l’uomo nel diluvio?In principio era Noè. Oggi siamo Noi. Perché la parola emigrazione non è mai stata così in voga come ora. Sotto questo diluvio. Il progetto nasce dall’incontro con un’immagine di un libro per bambini, molto amato da mia figlia, la storia dell’arca di Noè. Nel libro vi è raffigurata la moglie del patriarca di fronte alla porta di casa, nell’atto di mangiarsi le unghie. Il marito, impegnato nella costruzione dell’arca, le ha dato il compito di scegliere e prendere tutto ciò che intende salvare dal diluvio, ma lei di fronte all’uscio di casa non entra, indugia, e si mangia le unghie. Di fronte al diluvio quotidiano che siamo chiamati a vivere, cerchiamo di costruire un’arca, in cui custodire ciò che ancora rimane, ciò che ancora sta. Qualcosa si è rotto, forse le acque, nell’anno 30 della mia vita. E ho cominciato a considerare l’idea di partire, di salvarmi, di salvare mia figlia. Mi sono chiuso in bagno a leggere e ho trovato un uomo che nell’anno 601 della sua vita scende da un’arca, per fondare una nuova vita, dopo il più grande diluvio della storia. Sono uscito dal bagno, allora, per cercare qualcuno a cui raccontare la storia del secondo patriarca; la storia di questa società; la storia di un uomo che ha bisogno di un’arca e ha solo un ombrello, la storia di un uomo che vuole partire, che non vuole dio.
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