Anfiteatro di Sutri 13 Luglio 2013 CRTscenaMadre/ Festad’Africa Festival “Orpheus” Scritto,diretto e interpretato da Daniela Giordano. Danza Jean Ndiaye. Coreografia Lamine Dabo. Musiche composte ed eseguite da Ismaila Mbaye e Djibril Gningue. Partendo dal mito classico, il progetto Orpheus, realizza, nella nuova scrittura e nella messa in scena di Daniela Giordano, una sublime sintesi di linguaggi visivi e sonori. Una riflessione sul contemporaneo e sulla realtà multietnica che ha trasformato la nostra società. Lo spettacolo unisce e utilizza differenti codici culturali dall' Europa all'Africa, dalla poesia al teatro, dalla musica alla danza, sottolineando le convergenze che mettono in evidenza non solo l'interdipendenza tra diverse culture. La ricerca di un nuovo stile rappresentativo che coniughi e armonizzi linguaggi della cultura europea e della cultura africana, trova nello spettacolo Orpheus una forma e un contenuto apprezzabili e condivisibili in maniera universale, una policromia culturale composta da immaginari differenti . Nota dell’autrice: Torno a visitare il mito di Orfeo, nell’unica realtà contemporanea a me nota e vicina, l’Africa, nella quale mi sembra possibile accedere al segreto motore dell’universo, l’Amore. L’Amore l’unico stimolo che spinge la conoscenza oltre ai limiti materici, oltre il visibile e misurabile, unica realtà che unisce e non divide, l’unica esperienza che permette di percepire la vera entità di tutti i fenomeni, perché corpo e mente si fondono in un unico suono con l’Universo. Orpheus : nomen omen, un destino cucito addosso dall’imposizione di un nome alla nascita, un nome lontano, un destino che prende forma e sostanza, lo spettro della morte che incalza, la straordinaria capacità degli esseri umani di trasformare l’ostacolo nel quale si inciampa nel gradino sul quale si sale e ci si eleva, il viaggio di iniziazione al dolore della conoscenza che sublima nella pienezza del sé/altro da sé, shiki-shin-funi, non dualità di anima e corpo, spirito e materia armonizzati nell’UNO che si fa verbo, suono, vibrazione e movimento/corpo. Il viaggio di Orpheus dall’oscurità alla consapevolezza utilizza forme tradizionali di rappresentazione in una rilettura contemporanea che sintetizza e propone efficacemente un presente multiculturale e multilinguistico. Poesia, teatro, danza, musica, canto: la scrittura poetica prende voce e si scioglie dando vita alla danza, l’emozione del suono che duetta con il djembè, e il griot incalza con il canto in wolof, questo è Orpheus! Al Teatro il compito di creare valore e avvicinare le genti, poiché è un potente mezzo che, attraverso l’emozione e la riflessione, educa al rispetto e alla tolleranza. Daniela Giordano
Anfiteatro di Sutri 13 Luglio 2013 CRTscenaMadre/ Festad’Africa Festival “Orpheus” Scritto,diretto e interpretato da Daniela Giordano. Danza Jean Ndiaye. Coreografia Lamine Dabo. Musiche composte ed eseguite da Ismaila Mbaye e Djibril Gningue. Partendo dal mito classico, il progetto Orpheus, realizza, nella nuova scrittura e nella messa in scena di Daniela Giordano, una sublime sintesi di linguaggi visivi e sonori. Una riflessione sul contemporaneo e sulla realtà multietnica che ha trasformato la nostra società. Lo spettacolo unisce e utilizza differenti codici culturali dall' Europa all'Africa, dalla poesia al teatro, dalla musica alla danza, sottolineando le convergenze che mettono in evidenza non solo l'interdipendenza tra diverse culture. La ricerca di un nuovo stile rappresentativo che coniughi e armonizzi linguaggi della cultura europea e della cultura africana, trova nello spettacolo Orpheus una forma e un contenuto apprezzabili e condivisibili in maniera universale, una policromia culturale composta da immaginari differenti . Nota dell’autrice: Torno a visitare il mito di Orfeo, nell’unica realtà contemporanea a me nota e vicina, l’Africa, nella quale mi sembra possibile accedere al segreto motore dell’universo, l’Amore. L’Amore l’unico stimolo che spinge la conoscenza oltre ai limiti materici, oltre il visibile e misurabile, unica realtà che unisce e non divide, l’unica esperienza che permette di percepire la vera entità di tutti i fenomeni, perché corpo e mente si fondono in un unico suono con l’Universo. Orpheus : nomen omen, un destino cucito addosso dall’imposizione di un nome alla nascita, un nome lontano, un destino che prende forma e sostanza, lo spettro della morte che incalza, la straordinaria capacità degli esseri umani di trasformare l’ostacolo nel quale si inciampa nel gradino sul quale si sale e ci si eleva, il viaggio di iniziazione al dolore della conoscenza che sublima nella pienezza del sé/altro da sé, shiki-shin-funi, non dualità di anima e corpo, spirito e materia armonizzati nell’UNO che si fa verbo, suono, vibrazione e movimento/corpo. Il viaggio di Orpheus dall’oscurità alla consapevolezza utilizza forme tradizionali di rappresentazione in una rilettura contemporanea che sintetizza e propone efficacemente un presente multiculturale e multilinguistico. Poesia, teatro, danza, musica, canto: la scrittura poetica prende voce e si scioglie dando vita alla danza, l’emozione del suono che duetta con il djembè, e il griot incalza con il canto in wolof, questo è Orpheus! Al Teatro il compito di creare valore e avvicinare le genti, poiché è un potente mezzo che, attraverso l’emozione e la riflessione, educa al rispetto e alla tolleranza. Daniela Giordano
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