Castello Pasquini, Castiglioncello 4 Luglio 2013 “INDRA (un Sogno di Strindberg)”
ideazione e regia Silvano Voltolina
drammaturgia Roberto Fratini Serafide
burattini Patrizio Dall’Argine
in scena Oreste Braghieri, Léna Chambouleyron, Patrizio Dall’Argine, Zina Gonin-Lavina, Riccardo Manfredi
tecnica e luci Gerardo De Vita
assistente alla regia Léa Drouet
musiche Moondog (Louis Thomas Hardin), Felix Mendelsshon-Bartholdy
organizzazione Maud Dréano
produzione Spina. Création. Théâtre et Arts Visuels.
con il sostegno alla residenza di Au bout du plongeoir, Cabaret Théâtre Dromesko, Réseau Lilas (Rennes),Festival Premiers-Actes (Munster) e il sostegno organizzativo di AV Turné. August Strindberg era stato appena lasciato dalla giovane moglie (incinta di una bambina) quando scrisse in quaranta giorni febbrili la storia della figlia di Indra che lascia le altezze celesti del padre. Il personaggio di questa giovane alla deriva nella fanghiglia terrestre fu interpretato per la prima volta da Harriett Bosse, madre di Anne-Marie (la sua figlia perduta).
Il Sogno è autobiografico al cento per cento: ogni scena e ogni elemento narrativo provengono da una maniera trasfigurata di percepire la realtà come un procedimento alchemico. Dentro Il Sogno si tratta di libertà e di gravi danni divini. È un gioco di scatole cinesi tra identità: l’attore che interpreta un dio, il dio che si manifesta attraverso il poeta, l’attore che interpreta lo scrittore che incarna un assoluto divino. Tutto questo coesiste e costituisce il tema dello spettacolo: il rapporto di generazione tra l’umano e il divino, tra il reale e la finzione; il corpo tra la luce e l’ombra. Chi genera chi? Chi dà la morte a chi? Domande sospese, magari inutili... e nel frattempo una giovane se ne va per il mondo per incontrare gli uomini, fa alcune strane scoperte e conosce molta volgarità e molto dolore
Castello Pasquini, Castiglioncello 4 Luglio 2013 “INDRA (un Sogno di Strindberg)”
ideazione e regia Silvano Voltolina
drammaturgia Roberto Fratini Serafide
burattini Patrizio Dall’Argine
in scena Oreste Braghieri, Léna Chambouleyron, Patrizio Dall’Argine, Zina Gonin-Lavina, Riccardo Manfredi
tecnica e luci Gerardo De Vita
assistente alla regia Léa Drouet
musiche Moondog (Louis Thomas Hardin), Felix Mendelsshon-Bartholdy
organizzazione Maud Dréano
produzione Spina. Création. Théâtre et Arts Visuels.
con il sostegno alla residenza di Au bout du plongeoir, Cabaret Théâtre Dromesko, Réseau Lilas (Rennes),Festival Premiers-Actes (Munster) e il sostegno organizzativo di AV Turné. August Strindberg era stato appena lasciato dalla giovane moglie (incinta di una bambina) quando scrisse in quaranta giorni febbrili la storia della figlia di Indra che lascia le altezze celesti del padre. Il personaggio di questa giovane alla deriva nella fanghiglia terrestre fu interpretato per la prima volta da Harriett Bosse, madre di Anne-Marie (la sua figlia perduta).
Il Sogno è autobiografico al cento per cento: ogni scena e ogni elemento narrativo provengono da una maniera trasfigurata di percepire la realtà come un procedimento alchemico. Dentro Il Sogno si tratta di libertà e di gravi danni divini. È un gioco di scatole cinesi tra identità: l’attore che interpreta un dio, il dio che si manifesta attraverso il poeta, l’attore che interpreta lo scrittore che incarna un assoluto divino. Tutto questo coesiste e costituisce il tema dello spettacolo: il rapporto di generazione tra l’umano e il divino, tra il reale e la finzione; il corpo tra la luce e l’ombra. Chi genera chi? Chi dà la morte a chi? Domande sospese, magari inutili... e nel frattempo una giovane se ne va per il mondo per incontrare gli uomini, fa alcune strane scoperte e conosce molta volgarità e molto dolore
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