Morir si giovane e in andropausa - (14/06/13)


CANALE:


Castello Aragonese, Castrovillari, 1 Giugno 2013 SCENA VERTICALE in “MORIR SI GIOVANE E IN ANDROPAUSA” di Dario De Luca e Giuseppe Vincenzi, con Dario De Luca e con Omissis Mini Órchestra: Paolo Chiaia (piano synth e armonica), Gianfranco De Franco (clarinetto, sax, flauti e loop), Giuseppe Oliveto (trombone, flicorno, fisarmonica e conchiglie), Emanuele Gallo (basso), Francesco Montebello (batteria e percussioni) costumi, oggetti di scena e assistenza Rita Zangari, suono Andrea Dodaro luci Gennaro Dolce, regia Dario De Luca. Spettacolo vincitore del premio Roma RIParte 2013. Secondo il vocabolario italiano Treccani, giovane è colui “che è nell’età giovane…che non ha ancora l’età per.. contrapposto a vecchio (anagraficamente)”. Per la società italiana, giovane ha due accezioni differenti: un uomo non appartenente alla casta è definito Giovane per giustificare il fatto che nonostante i suoi 80 anni ancora non si è seduto su alcuna sedia. Un uomo appartenente alla casta è definito Giovane per giustificare il fatto che nonostante i suoi 80 anni ancora non molla la sedia. Per questo motivo oggi nel nostro Paese c’è un’intera generazione di giovani che muore. E muore soffocata da una Società, da una Politica, da uno Stato killer che non piange questi giovani, né se ne sente minimamente responsabile. Un progetto con canzoni dalle liriche semplici e con monologhi dal linguaggio chiaro per una sintesi poetica che sia efficace, diretta, in qualche modo quotidiana. Lo scopo? Portare in scena la voce di una collettività, evidenziare bisogni e desideri di una generazione, quella dei trenta-quarantenni, lasciati in mutande da una società gerontocratica e senza futuro. Con la musica, le parole e una sana ironia.

link: www.primaveradeiteatri.it


Castello Aragonese, Castrovillari, 1 Giugno 2013 SCENA VERTICALE in “MORIR SI GIOVANE E IN ANDROPAUSA” di Dario De Luca e Giuseppe Vincenzi, con Dario De Luca e con Omissis Mini Órchestra: Paolo Chiaia (piano synth e armonica), Gianfranco De Franco (clarinetto, sax, flauti e loop), Giuseppe Oliveto (trombone, flicorno, fisarmonica e conchiglie), Emanuele Gallo (basso), Francesco Montebello (batteria e percussioni) costumi, oggetti di scena e assistenza Rita Zangari, suono Andrea Dodaro luci Gennaro Dolce, regia Dario De Luca. Spettacolo vincitore del premio Roma RIParte 2013. Secondo il vocabolario italiano Treccani, giovane è colui “che è nell’età giovane…che non ha ancora l’età per.. contrapposto a vecchio (anagraficamente)”. Per la società italiana, giovane ha due accezioni differenti: un uomo non appartenente alla casta è definito Giovane per giustificare il fatto che nonostante i suoi 80 anni ancora non si è seduto su alcuna sedia. Un uomo appartenente alla casta è definito Giovane per giustificare il fatto che nonostante i suoi 80 anni ancora non molla la sedia. Per questo motivo oggi nel nostro Paese c’è un’intera generazione di giovani che muore. E muore soffocata da una Società, da una Politica, da uno Stato killer che non piange questi giovani, né se ne sente minimamente responsabile. Un progetto con canzoni dalle liriche semplici e con monologhi dal linguaggio chiaro per una sintesi poetica che sia efficace, diretta, in qualche modo quotidiana. Lo scopo? Portare in scena la voce di una collettività, evidenziare bisogni e desideri di una generazione, quella dei trenta-quarantenni, lasciati in mutande da una società gerontocratica e senza futuro. Con la musica, le parole e una sana ironia.

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