Teatro Lo Spazio 9 Novembre 2012 "9,99 euro" scritto e diretto da Mario Schittzer, omaggio a Frédéric Beigbeder, con Daniele Grassetti e Marco Paparella, voce off di Claudia Balboni. Tra fascino e seduzione c'è un'enorme differenza. Il primo è un modo di essere, una forza innata, mentre il secondo è un'attività intenzionale: consiste nel rendere qualcosa attraente e desiderabile agli occhi di chi guarda. Di quest'attività, il protagonista ha fatto la sua professione, nonché l'imperativo categorico della sua intera esistenza: egli è, infatti, un creativo pubblicitario, una di quelle persone che nella vita ha avuto tutto; soldi, lusso, cocaina e sesso. Tutto ciò che deve fare è svegliarsi la mattina e decidere cosa far piacere agli altri, e dal momento che "la gente felice non consuma", il suo obiettivo primario di fondo sarà uno solo: imporre desideri irrealizzabili. La valenza sociale è inequivocabile: è solo sviscerando il "fascino seducente" della pubblicità e analizzandolo attraverso i suoi aspetti più brutali, che possiamo imparare come difenderci da esso. Il teatro, come per molti altri temi, può rappresentare un efficientissimo antidoto, aiutandoci a comprendere come mai lo scrittore inglese Norman Douglas aveva ragione quando affermava che "si possono conoscere gli ideali di una nazione attraverso la pubblicità".
Teatro Lo Spazio 9 Novembre 2012 "9,99 euro" scritto e diretto da Mario Schittzer, omaggio a Frédéric Beigbeder, con Daniele Grassetti e Marco Paparella, voce off di Claudia Balboni. Tra fascino e seduzione c'è un'enorme differenza. Il primo è un modo di essere, una forza innata, mentre il secondo è un'attività intenzionale: consiste nel rendere qualcosa attraente e desiderabile agli occhi di chi guarda. Di quest'attività, il protagonista ha fatto la sua professione, nonché l'imperativo categorico della sua intera esistenza: egli è, infatti, un creativo pubblicitario, una di quelle persone che nella vita ha avuto tutto; soldi, lusso, cocaina e sesso. Tutto ciò che deve fare è svegliarsi la mattina e decidere cosa far piacere agli altri, e dal momento che "la gente felice non consuma", il suo obiettivo primario di fondo sarà uno solo: imporre desideri irrealizzabili. La valenza sociale è inequivocabile: è solo sviscerando il "fascino seducente" della pubblicità e analizzandolo attraverso i suoi aspetti più brutali, che possiamo imparare come difenderci da esso. Il teatro, come per molti altri temi, può rappresentare un efficientissimo antidoto, aiutandoci a comprendere come mai lo scrittore inglese Norman Douglas aveva ragione quando affermava che "si possono conoscere gli ideali di una nazione attraverso la pubblicità".
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