Teatro Valle Occupato 27 febbraio - 3 marzo 2013 “DON GIOVANNI, A CENAR TECO” di Antonio Latella drammaturgia Antonio Latella e Linda Dalisi, regia Antonio Latella con Caterina Carpio, Daniele Fior, Giovanni Franzoni , Massimiliano Loizzi, Candida Nieri, Maurizio Rippa, Valentina Vacca. Scene e costumi Fabio Sonnino, disegno luci Simone De Angelis, assistente scene e costumi Graziella Pepe, sarta realizzatrice Cinzia Virguti, realizzazione scene Marco Di Napoli, datore luci Roberto Gelmetti, fonico Giuseppe Stellato assistenti volontari Maria Conte e Davide Calvaresi, regista assistente e movimenti Francesco Manetti, organizzazione Brunella Giolivo. Don Giovanni, mi spaventa perché è un vampiro della vita: dove vede amore si butta per nutrirsi e vivere, non credo per amare, ma per innamorarsi di quello slancio di amore ancora incontaminato e possederlo, per poi gettarlo via una volta posseduto. Solo linfa, solo ossigeno, solo carne fresca da togliere ai denti di altri… Come fa Don Giovanni ad amare Dio se tutti amano Dio? È come se egli stesso volesse essere quel corpo da venerare, e solo così ottenere la vittoria sulla preda inerme; e fino a quando non avrà vinto non troverà pace. Ma anche se si dispererà, sarà nell’illusione di soffrire pene d’amore. È un teorema spietato sull’inganno e sulla matematica dell’amore e non sul sentimento dell’amore. Antonio Latella porta in scena il mito del più noto seduttore di tutti i tempi attraverso un viaggio che dal Settecento conduce ai giorni nostri. Prendendo come riferimenti letterari Don Giovanni o Il convitato di pietra di Molière e Don Giovanni o l’amore per la geometria di Max Frisch, il regista, insieme a Linda Dalisi, firma una drammaturgia originale sospesa tra modernità e memoria. Su una colonna sonora che spazia dalle arie di Mozart a Raffaella Carrà, lo spettacolo porta in scena il percorso di Don Giovanni che, dall’infanzia alla vecchiaia, si dimostra essere un uomo che « più che amare una donna ama il calcolo per conquistarla. Più che in cerca d’amore sembra ansioso di trovare un senso alla vita ».
Teatro Valle Occupato 27 febbraio - 3 marzo 2013 “DON GIOVANNI, A CENAR TECO” di Antonio Latella drammaturgia Antonio Latella e Linda Dalisi, regia Antonio Latella con Caterina Carpio, Daniele Fior, Giovanni Franzoni , Massimiliano Loizzi, Candida Nieri, Maurizio Rippa, Valentina Vacca. Scene e costumi Fabio Sonnino, disegno luci Simone De Angelis, assistente scene e costumi Graziella Pepe, sarta realizzatrice Cinzia Virguti, realizzazione scene Marco Di Napoli, datore luci Roberto Gelmetti, fonico Giuseppe Stellato assistenti volontari Maria Conte e Davide Calvaresi, regista assistente e movimenti Francesco Manetti, organizzazione Brunella Giolivo. Don Giovanni, mi spaventa perché è un vampiro della vita: dove vede amore si butta per nutrirsi e vivere, non credo per amare, ma per innamorarsi di quello slancio di amore ancora incontaminato e possederlo, per poi gettarlo via una volta posseduto. Solo linfa, solo ossigeno, solo carne fresca da togliere ai denti di altri… Come fa Don Giovanni ad amare Dio se tutti amano Dio? È come se egli stesso volesse essere quel corpo da venerare, e solo così ottenere la vittoria sulla preda inerme; e fino a quando non avrà vinto non troverà pace. Ma anche se si dispererà, sarà nell’illusione di soffrire pene d’amore. È un teorema spietato sull’inganno e sulla matematica dell’amore e non sul sentimento dell’amore. Antonio Latella porta in scena il mito del più noto seduttore di tutti i tempi attraverso un viaggio che dal Settecento conduce ai giorni nostri. Prendendo come riferimenti letterari Don Giovanni o Il convitato di pietra di Molière e Don Giovanni o l’amore per la geometria di Max Frisch, il regista, insieme a Linda Dalisi, firma una drammaturgia originale sospesa tra modernità e memoria. Su una colonna sonora che spazia dalle arie di Mozart a Raffaella Carrà, lo spettacolo porta in scena il percorso di Don Giovanni che, dall’infanzia alla vecchiaia, si dimostra essere un uomo che « più che amare una donna ama il calcolo per conquistarla. Più che in cerca d’amore sembra ansioso di trovare un senso alla vita ».
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