Nuovo Cinema Palazzo 17/05/2013 CONDOMINIUM Lab Officina Teatrale. Con: Daniela Gentile, Andrea Mignucci, Tiziana Santercole, Guido Targetti. Regia: Lorenzo Giansante
Stanze come spazi permeabili | bilocali claustrofobici impilati come alveari | tanti vicini di casa eppure siamo soli | invasioni di campo | solidarietà improvvisa | paura dell’esterno | sguardi curiosi | linguaggi di comunicazione da ritrovare
Una performance teatrale che riflette sulla ‘convivenza metropolitana’ sperimentando nuovi linguaggi scenici. Il lavoro, che mescola testi drammaturgici originali con ispirazioni tratte da ‘Condominium’ di James G. Ballard e ‘La Stanza’ di Harold Pinter, porta in scena quattro attori/performer e una moltitudine di personaggi (tifosi infervorati davanti alla tv, studenti, coppie che litigano, anziani soli, stranieri…) e relazioni che lavorano su diversi livelli di senso, nutrendosi dell’imprevedibile vitalità dell’improvvisazione che è alla base del lavoro.
I corpi dei performer sul palco creano un condominio che sembra un organismo vivente e polimorfico: lo spazio si allarga e si restringe, si raggruma e si sfalda, interseca appartamenti e piani che non comunicano fra loro, separa luoghi ed elementi che invece sono legati. Si è vicini ma allo stesso tempo lontani e sconosciuti, distaccati, ma allo stesso tempo collegati.
Nuovo Cinema Palazzo 17/05/2013 CONDOMINIUM Lab Officina Teatrale. Con: Daniela Gentile, Andrea Mignucci, Tiziana Santercole, Guido Targetti. Regia: Lorenzo Giansante
Stanze come spazi permeabili | bilocali claustrofobici impilati come alveari | tanti vicini di casa eppure siamo soli | invasioni di campo | solidarietà improvvisa | paura dell’esterno | sguardi curiosi | linguaggi di comunicazione da ritrovare
Una performance teatrale che riflette sulla ‘convivenza metropolitana’ sperimentando nuovi linguaggi scenici. Il lavoro, che mescola testi drammaturgici originali con ispirazioni tratte da ‘Condominium’ di James G. Ballard e ‘La Stanza’ di Harold Pinter, porta in scena quattro attori/performer e una moltitudine di personaggi (tifosi infervorati davanti alla tv, studenti, coppie che litigano, anziani soli, stranieri…) e relazioni che lavorano su diversi livelli di senso, nutrendosi dell’imprevedibile vitalità dell’improvvisazione che è alla base del lavoro.
I corpi dei performer sul palco creano un condominio che sembra un organismo vivente e polimorfico: lo spazio si allarga e si restringe, si raggruma e si sfalda, interseca appartamenti e piani che non comunicano fra loro, separa luoghi ed elementi che invece sono legati. Si è vicini ma allo stesso tempo lontani e sconosciuti, distaccati, ma allo stesso tempo collegati.
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