Teatro Palladium 6 Aprile 2013 “REALITY” ideazione e performance Daria Deflorian e Antonio Tagliarini a partire dal reportage di Mariusz Szczygieł REALITY. traduzione di Marzena Borejczuk, Nottetempo 2011, disegno luci Gianni Staropoli, consulenza per la lingua polacca Stefano Deflorian, Marzena Borejczuk e Agnieszka Kurzeya, collaborazione al progetto Marzena Borejczuk. Dopo Rzeczy/cose, con Reality Daria Deflorian e Antonio Tagliarini proseguono la propria indagine sulla percezione della realtà, realizzando uno spettacolo simmetrico, speculare e allo stesso tempo indipendente dall’installazione/performance. Se in Rewind i due artisti costruivano il proprio spettacolo a partire dalla visione del celebre Cafe Müller di Pina Bausch, utilizzando il teatro come luogo nel quale si confondono individualità ed immaginario collettivo; se il successivo From A To D And Back Again prendeva in prestito “la filosofia di Andy Warhol” per indagare una realtà (di personalità e desideri) prodotta in serie come delle scatole di Brillo Box; Reality sposta l’attenzione dal piano della riflessione teorica ed artistica a quello della quotidianità. Punto di partenza di quest’ultimo capitolo sono infatti i quaderni di Janina Turek, donna polacca che per oltre cinquant’anni ha annotato minuziosamente i dati oggettuali della sua esistenza, azioni banali e mai commentate abbandonate ad un mero ordine numerico: elenchi di telefonate ricevute ed effettuate, di incontri casuali, di saluti occasionali; il numero di appuntamenti fissati, dei regali donati o ricevuti, dei programmi televisivi visti durante il giorno. 748 quaderni ritrovati alla sua morte e improvvisamente rinvenuti come tracce di un’esistenza non eroica e destinata all’oblio. Deflorian e Tagliarini ci trascinano nella banalità di una vita comune e, forse, priva di pretese. Janina Turek non ha scopi artistici, scrive per se stessa e per nessuno, eppure le sue pagine sono qualcosa in più di un racconto. Come 748 quaderni possono aprire le porte sulla verità di un’esistenza? In questo Reality senza show il teatro diviene spazio per il dialogo, luogo di confine in cui la realtà si fonde definitivamente con la sua stessa rappresentazione e l’intimità di ognuno (di Antonio, Daria e di ogni singolo spettatore) nelle sue invisibili sfumature, nelle sue piccole cose, si dissolve nelle maglie della Storia.
Teatro Palladium 6 Aprile 2013 “REALITY” ideazione e performance Daria Deflorian e Antonio Tagliarini a partire dal reportage di Mariusz Szczygieł REALITY. traduzione di Marzena Borejczuk, Nottetempo 2011, disegno luci Gianni Staropoli, consulenza per la lingua polacca Stefano Deflorian, Marzena Borejczuk e Agnieszka Kurzeya, collaborazione al progetto Marzena Borejczuk. Dopo Rzeczy/cose, con Reality Daria Deflorian e Antonio Tagliarini proseguono la propria indagine sulla percezione della realtà, realizzando uno spettacolo simmetrico, speculare e allo stesso tempo indipendente dall’installazione/performance. Se in Rewind i due artisti costruivano il proprio spettacolo a partire dalla visione del celebre Cafe Müller di Pina Bausch, utilizzando il teatro come luogo nel quale si confondono individualità ed immaginario collettivo; se il successivo From A To D And Back Again prendeva in prestito “la filosofia di Andy Warhol” per indagare una realtà (di personalità e desideri) prodotta in serie come delle scatole di Brillo Box; Reality sposta l’attenzione dal piano della riflessione teorica ed artistica a quello della quotidianità. Punto di partenza di quest’ultimo capitolo sono infatti i quaderni di Janina Turek, donna polacca che per oltre cinquant’anni ha annotato minuziosamente i dati oggettuali della sua esistenza, azioni banali e mai commentate abbandonate ad un mero ordine numerico: elenchi di telefonate ricevute ed effettuate, di incontri casuali, di saluti occasionali; il numero di appuntamenti fissati, dei regali donati o ricevuti, dei programmi televisivi visti durante il giorno. 748 quaderni ritrovati alla sua morte e improvvisamente rinvenuti come tracce di un’esistenza non eroica e destinata all’oblio. Deflorian e Tagliarini ci trascinano nella banalità di una vita comune e, forse, priva di pretese. Janina Turek non ha scopi artistici, scrive per se stessa e per nessuno, eppure le sue pagine sono qualcosa in più di un racconto. Come 748 quaderni possono aprire le porte sulla verità di un’esistenza? In questo Reality senza show il teatro diviene spazio per il dialogo, luogo di confine in cui la realtà si fonde definitivamente con la sua stessa rappresentazione e l’intimità di ognuno (di Antonio, Daria e di ogni singolo spettatore) nelle sue invisibili sfumature, nelle sue piccole cose, si dissolve nelle maglie della Storia.
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