
Teatro India 10 settembre 2011 Alessandra Cutolo / Frédérique Loliée "Medea" testo di Antonio Tarantino, con Frédérique Loliée (Medea) e Caterina Carpio (la vigilatrice), in un'opera di Pierre-yves Le Duc, spazio scenico e costumi Grazia Pagetta, grafica Massimo Staich, luci Cesare Accetta, suono Teddy Degouys, assistente alla regia Maria Conte, collaborazione artistica Antonio Calone, regia Alessandra Cutolo, direzione tecnica Grazia Pagetta, produzione Area 06, in collaborazione con Festival Benevento Città  Spettacolo, responsabile di produzione Flaminia Caroli, Roberta Scaglione. Vigilatrice: "Ah, tutte uguali queste qui: criminali che neppure sotto tortura confesserebbero a se stesse i loro stessi delitti. Sono come murate vive dentro le loro teste, anche se sono tutte fuori di testa. Che ci può pure stare che una dopo dieci anni di isolamento, dopo che l'hanno tenuta là  sotto, al buco magari, legata alla balilla per un anno di fila, dicevo che ci può stare che bello e buono una ti sbiella. Ma non venite a contarmela a me che siete innocenti, che non avete mai navigato perché siete tanto delicate e sensibili, e mai volato, perché il volo è soltanto degli uccelli, e solo gli uccelli sono creature di Dio, e sono innocenti, e se gli uccelli volano non c'è hybris, o come cazzo si chiama l' invidia degli dei". Ristretta in uno spazio claustrofobico che divide con una vigilatrice. Ristretta anch'essa. Una donna, straniera. Disperata. Imbarbarita. Forse un carcere. Forse una scatola cranica. La cattività  induce alla parola. Il mito greco è solo un ricordo, tutto è già  avvenuto. O forse non è avvenuto niente. L'identità  viene rimodulata. Come sempre, in galera. Rabbia ma anche ansia di spiritualità . Distorsione della sessualità  e tentativo di annullare memoria. Possibilità che la morte sia slancio liberatorio. Con la PERFORMANCE PARASSITARIA MK Grand Tour di e con Michele Di Stefano. http://www.shorttheatre.org

Teatro India 10 settembre 2011 Alessandra Cutolo / Frédérique Loliée "Medea" testo di Antonio Tarantino, con Frédérique Loliée (Medea) e Caterina Carpio (la vigilatrice), in un'opera di Pierre-yves Le Duc, spazio scenico e costumi Grazia Pagetta, grafica Massimo Staich, luci Cesare Accetta, suono Teddy Degouys, assistente alla regia Maria Conte, collaborazione artistica Antonio Calone, regia Alessandra Cutolo, direzione tecnica Grazia Pagetta, produzione Area 06, in collaborazione con Festival Benevento Città  Spettacolo, responsabile di produzione Flaminia Caroli, Roberta Scaglione. Vigilatrice: "Ah, tutte uguali queste qui: criminali che neppure sotto tortura confesserebbero a se stesse i loro stessi delitti. Sono come murate vive dentro le loro teste, anche se sono tutte fuori di testa. Che ci può pure stare che una dopo dieci anni di isolamento, dopo che l'hanno tenuta là  sotto, al buco magari, legata alla balilla per un anno di fila, dicevo che ci può stare che bello e buono una ti sbiella. Ma non venite a contarmela a me che siete innocenti, che non avete mai navigato perché siete tanto delicate e sensibili, e mai volato, perché il volo è soltanto degli uccelli, e solo gli uccelli sono creature di Dio, e sono innocenti, e se gli uccelli volano non c'è hybris, o come cazzo si chiama l' invidia degli dei". Ristretta in uno spazio claustrofobico che divide con una vigilatrice. Ristretta anch'essa. Una donna, straniera. Disperata. Imbarbarita. Forse un carcere. Forse una scatola cranica. La cattività  induce alla parola. Il mito greco è solo un ricordo, tutto è già  avvenuto. O forse non è avvenuto niente. L'identità  viene rimodulata. Come sempre, in galera. Rabbia ma anche ansia di spiritualità . Distorsione della sessualità  e tentativo di annullare memoria. Possibilità che la morte sia slancio liberatorio. Con la PERFORMANCE PARASSITARIA MK Grand Tour di e con Michele Di Stefano. http://www.shorttheatre.org
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