
Nuovo Teatro Colosseo dal 4 al 16/11/2008 "Faust di Pessoa" di Luciana Grifi, regia di Sergio Basile,con Aguinaldo Carranza, Sara Armentano e Melania Fiore. Una seducente cantante, un ospite atteso che misteriosamente scompare, un inquietante prestigiatore e la sua enigmatica assistente: questi sono gli ingredienti per un viaggio lungo le linee di un testo incompiuto di Pessoa, dietro al quale si nasconde l'amore per la vita e la passione per l'amore stesso. Vi sono dei rari casi in cui uno spettacolo inizia prima dell'apertura del sipario. In questo Faust di Pessoa gli ospiti/spettatori sono infatti invitati nel foyer del teatro, adibito a bar di Lisbona, in cui si può bere vino e assistere a un accenno di conversazione tra Pessoa e un misterioso personaggio, forse lo stesso Mefistofele. In questo dialogo smozzicato, a tratti intellegibile (come tutte le conversazioni "rubate" ai bar), si intuiscono frasi impressioni. Viene sinistramente evocato il nome di Alistair Crowley, la "bestia nera" che ha rivoluzionato il panorama del mondo esoterico europeo del XX secolo e si subisce l'impressione di aver assistito a qualcosa di grande importanza ma inaccessibile alle menti comuni. La contaminazione tra pubblico e spettacolo prosegue all'apertura della scena, nel momento in cui un prestigiatore inatteso e misterioso coinvolge l'attrice sulla scena (rivolgendosi peraltro direttamente al pubblico e spezzando la barriera invisibile tra i due mondi) in un esperimento di "trasmigrazione delle anime". Con l'ipnosi, il mago/diavolo sostiene infatti di essere in grado di far rivivere alla giovane la vita di una persona del passato lontano. Questa altri non è che Ophelia Queiroz, la donna amata da Pessoa, l'uomo dai cento nomi e privo di un "io" proprio, il poeta, lo scrittore, l'appassionato di occultismo talmente esperto da correggere perfino Crowley. Eppure Pessoa si arenò proprio su una sua versione del Faust, un'opera che lo scrittore portoghese definì la sua Waterloo, uno scritto destinato, forse dalle stelle in cui Pessoa credeva, a restare frammentario e incompiuto. In questo spettacolo viene per l'appunto ripreso un passaggio, in cui viene sviscerato il rapporto di Faust (quel diavolo che predica il male e pratica il bene) con la vita e con il mistero dell'amore. Una particolarità  di questo Faust di Pessoa è che il testo originariamente era stato concepito per uno spettacolo di marionette, e così era stato presentato al Puppet Adria Festival nel 2005. Il ruolo di Mefisto era stato "interpretato" da un Pierrot, il silenzioso amante "lunare". In questo caso la parte di Pessoa e di Mefisto (uno l'alter ego dell'altro?) sono entrambe assegnate a un attore molto caro a Manuel de Oliveira, Aguinaldo Carranza, che con grande sensibilità  e acume riesce a rendere le due parti così diverse da risultare, infine, complementari. Brave anche le due attrici. Un viaggio piccolo ed evocativo dunque, che magari potrà  invitare a conoscere meglio questo scrittore del XX secolo così interessante e misterioso. Riprese video Ulisse Benedetti per l’archivio storico dell’Ass. Cult. Beat 72.

Nuovo Teatro Colosseo dal 4 al 16/11/2008 "Faust di Pessoa" di Luciana Grifi, regia di Sergio Basile,con Aguinaldo Carranza, Sara Armentano e Melania Fiore. Una seducente cantante, un ospite atteso che misteriosamente scompare, un inquietante prestigiatore e la sua enigmatica assistente: questi sono gli ingredienti per un viaggio lungo le linee di un testo incompiuto di Pessoa, dietro al quale si nasconde l'amore per la vita e la passione per l'amore stesso. Vi sono dei rari casi in cui uno spettacolo inizia prima dell'apertura del sipario. In questo Faust di Pessoa gli ospiti/spettatori sono infatti invitati nel foyer del teatro, adibito a bar di Lisbona, in cui si può bere vino e assistere a un accenno di conversazione tra Pessoa e un misterioso personaggio, forse lo stesso Mefistofele. In questo dialogo smozzicato, a tratti intellegibile (come tutte le conversazioni "rubate" ai bar), si intuiscono frasi impressioni. Viene sinistramente evocato il nome di Alistair Crowley, la "bestia nera" che ha rivoluzionato il panorama del mondo esoterico europeo del XX secolo e si subisce l'impressione di aver assistito a qualcosa di grande importanza ma inaccessibile alle menti comuni. La contaminazione tra pubblico e spettacolo prosegue all'apertura della scena, nel momento in cui un prestigiatore inatteso e misterioso coinvolge l'attrice sulla scena (rivolgendosi peraltro direttamente al pubblico e spezzando la barriera invisibile tra i due mondi) in un esperimento di "trasmigrazione delle anime". Con l'ipnosi, il mago/diavolo sostiene infatti di essere in grado di far rivivere alla giovane la vita di una persona del passato lontano. Questa altri non è che Ophelia Queiroz, la donna amata da Pessoa, l'uomo dai cento nomi e privo di un "io" proprio, il poeta, lo scrittore, l'appassionato di occultismo talmente esperto da correggere perfino Crowley. Eppure Pessoa si arenò proprio su una sua versione del Faust, un'opera che lo scrittore portoghese definì la sua Waterloo, uno scritto destinato, forse dalle stelle in cui Pessoa credeva, a restare frammentario e incompiuto. In questo spettacolo viene per l'appunto ripreso un passaggio, in cui viene sviscerato il rapporto di Faust (quel diavolo che predica il male e pratica il bene) con la vita e con il mistero dell'amore. Una particolarità  di questo Faust di Pessoa è che il testo originariamente era stato concepito per uno spettacolo di marionette, e così era stato presentato al Puppet Adria Festival nel 2005. Il ruolo di Mefisto era stato "interpretato" da un Pierrot, il silenzioso amante "lunare". In questo caso la parte di Pessoa e di Mefisto (uno l'alter ego dell'altro?) sono entrambe assegnate a un attore molto caro a Manuel de Oliveira, Aguinaldo Carranza, che con grande sensibilità  e acume riesce a rendere le due parti così diverse da risultare, infine, complementari. Brave anche le due attrici. Un viaggio piccolo ed evocativo dunque, che magari potrà  invitare a conoscere meglio questo scrittore del XX secolo così interessante e misterioso. Riprese video Ulisse Benedetti per l’archivio storico dell’Ass. Cult. Beat 72.
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