
22 febbraio 2013 “L'ANIMALE DEL CUORE” di e con Alessia Berardi liberamente tratto dal romanzo ‘Herztier’di Herta Muller, musiche originali dal vivo Sebastiano Forte costumi e maschere Martina Augias elaborazioni video Christian Bonatesta. Come può da un vissuto terribile e senza speranza nascere la poesia? Il tema su cui ruota lo spettacolo è la fragilità e allo stesso tempo la forza di un essere umano che prova ad opporsi alla violenza esterna. Nello specifico, la dittatura rappresenta anche una condizione sottile e subdola di violenza che paralizza e non permette di evolversi. Parlare della dittatura rumena degli anni ’80 è pretesto per riflettere sulla libertà di esprimersi, pensare, amare, che crediamo scontate e sentiamo minacciate ad un livello culturale oltre che politico. Ci fa mettere in luce la libertà che ci permette di essere uguali, di stare con noi stessi e con l’altro senza paura. Questo succede nelle dittature dichiarate tali, e profondamente succede in quelle società dove viene distrutta la possibilità della fantasia e della creatività . Perchè l’arte è cosa inutile per la politica dell’utile e del profitto. Lo spettacolo rende fruibile un testo che è attualissimo nel guardare alle catene esplicite della dittatura ed implicite della cultura, degli schemi del terrore e della discriminazione, dell’appiattimento e della costruzione dell’odio e dell’indifferenza. Il senso di appartenenza e l’ambiguità , la storia e la fiaba, la ferocia e l'ingenuità , la ragione e l’irrazionale, il corpo ed il suo simulacro, il volto e la maschera, l'uomo e la sua immagine, l'animale vitale e la bestia distruttiva sono i contrasti su cui gioca lo spettacolo.

22 febbraio 2013 “L'ANIMALE DEL CUORE” di e con Alessia Berardi liberamente tratto dal romanzo ‘Herztier’di Herta Muller, musiche originali dal vivo Sebastiano Forte costumi e maschere Martina Augias elaborazioni video Christian Bonatesta. Come può da un vissuto terribile e senza speranza nascere la poesia? Il tema su cui ruota lo spettacolo è la fragilità e allo stesso tempo la forza di un essere umano che prova ad opporsi alla violenza esterna. Nello specifico, la dittatura rappresenta anche una condizione sottile e subdola di violenza che paralizza e non permette di evolversi. Parlare della dittatura rumena degli anni ’80 è pretesto per riflettere sulla libertà di esprimersi, pensare, amare, che crediamo scontate e sentiamo minacciate ad un livello culturale oltre che politico. Ci fa mettere in luce la libertà che ci permette di essere uguali, di stare con noi stessi e con l’altro senza paura. Questo succede nelle dittature dichiarate tali, e profondamente succede in quelle società dove viene distrutta la possibilità della fantasia e della creatività . Perchè l’arte è cosa inutile per la politica dell’utile e del profitto. Lo spettacolo rende fruibile un testo che è attualissimo nel guardare alle catene esplicite della dittatura ed implicite della cultura, degli schemi del terrore e della discriminazione, dell’appiattimento e della costruzione dell’odio e dell’indifferenza. Il senso di appartenenza e l’ambiguità , la storia e la fiaba, la ferocia e l'ingenuità , la ragione e l’irrazionale, il corpo ed il suo simulacro, il volto e la maschera, l'uomo e la sua immagine, l'animale vitale e la bestia distruttiva sono i contrasti su cui gioca lo spettacolo.
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