Teatro Quirino 1979 "OTELLO" da William Shakespeare di Carmelo Bene con Michela Martini, Cosimo Cinieri, Cesare Dell'Aguzzo, Beatrice Giorgi, Rossella Bolmida. Carmelo Bene è regista, scenografo e costumista. Le musiche originali sono di Luigi Zito. Otello vince tutti e cinque i premi della critica: miglior spettacolo, miglior regia, migliori scene, miglior attore, miglior attore non protagonista. Lo spettacolo segue abbastanza fedelmente la linea shakespeariana, ma le battute vengono compresse o spostate. Carmelo Bene ridisegna la tragedia shakespeariana, stravolgendola secondo i principi del suo stile: Questo Otello sarà  velato, fasciato, protetto da un doppio ordine di eventi spettacolari: quelli relativi al personaggio di Otello e al testo Shakespeariano (rispettosi della tradizione e della memoria di secoli depositata nella coscienza dello spettatore) e quelli relativi ad un'altra vista" del pubblico. per cui si può scorgere nell'evento teatrale una operazione compiuta sul teatro e sulle attese dello spettatore, sull'attrezzatura scenica che "consente" il teatro e tuttavia ne denuncia l'insufficienza del "rappresentare" quanto già  si sa. In tal modo Carmelo Bene rispetta le regole del gioco teatrale ma mira anche a scompaginarle. Si tratta come sempre in Carmelo Bene di un saggio critico su Shakespeare. Le regole vengono scompaginate, partendo dal personaggio che dà  il titolo alla tragedia. Per Carmelo Bene, Otello non sarà  semplicemente il geloso o il grande generale raggirato da un astuto alfiere: Nei raggiri della corte, Otello si colloca dunque come un barbaro eccessivamente civilizzato, un monstrum, un "diverso" che si conquista la fede con gloria militare, ma che resta pur sempre "il moro", uno straniero, un soldato dai natali sconosciuti. Nella corte e nella Politica del Palazzo, Otello inserisce il cuneo dell'amore, la scheggia del privato, la sconnesura del costume alieno; altera le leggi scritte e quelle non scritte del potere, usurpa la tradizione, scrolla le usanze. La sua negrezza, per di più, è scandalosa portatrice di una bianca castità , negatrice di lussuria e di lusso; tenera mollezza dell'ingenuità  e fosco accendersi del carattere che accoglie la passione solo nella cura dell'onore. Lo spettacolo comincia con la famosa scena della camera da letto, nella quale Desdemona viene soffocata, ma qui Otello non la ucciderà: perché non crede alla duplicazione sulla scena di quanto è scritto nel copione. Otello lascerà  Desdemona addormentata su quel letto di trame che ha dissolto il loro amore intoccabile. Ma anche perché nel teatro di Carmelo Bene non si muore, ci si addormenta o si muore "come un cigno", si muore in musica, come dirà  alla fine Emilia. La morte di Desdemona è una necessità  teatrale, dettata dal copione, dalle sue parole, ma nel teatro di Carmelo Bene le parole cessano di fare testo. E come si potrebbe replicare questa morte tutte le sere? Allora questa famosa scena, Carmelo Bene la inserisce all'inizio dello spettacolo, quasi a volerla citare per rispetto del testo - come se ci trovassimo tra la fine di una replica e l'inizio di quella successiva - ma contemporaneamente lasciando intendere che non ci sarà  nessun uxoricidio, che questa tragedia non si farà. la Seduzione di ciò che in scena non appare celebra il suo trionfo in Otello. Per questo, dunque, era necessario sbarazzarsi, sin dal principio, dell'intrigo e di Desdemona, puri impedimenti al desiderio che spinge Otello da pettegolezzi e vecchie scenate. Non assistiamo infatti alla tragedia che ci aspetteremmo, alla stessa trama replicata da quattrocento anni. Questo Otello sarà  la tragedia del diverso, il mostro, al quale tutti vogliono somigliare. La sua diversità  consiste nell'essere l'ultimo sopravvissuto della civiltà dell'onore e della gloria, una civiltà alla quale si oppone Iago, personaggio simbolo della civiltà dell'uomo non eccezionale, che persegue i propri interessi sfruttando l'astuzia e il tradimento. Dopo questa scen