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Teatro Abarico 26 Febbraio 2012 "Rebécca" di Marco Andreoli, diretto ed interpretato da Monica Crotti. Aiuto regia - Massimo Cusato, Musiche - Anja Kowalski - Silvano Magnone Canzone della nonna - Marina De Tullio (voce) Stefano Ciacci (musica). Produzione - Teatro dei Dis-occupati. Rebécca di Marco Andreoli è uno dei casi clinici contenuti in "L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello" di Oliver Sacks. è uno straordinario racconto pieno di letteratura, affetto e verità . In Rebécca la narrazione lascia spazio ad immagini e suoni in una scenografia fatta di pochi elementi: un cuscino, una sedia, delle scarpe su di un cumulo di farina ed un trapezio. Rebécca, si ritrova nelle varie stanze della "sua memoria" ed attraverso parole e gesti ci parla delle sue manie, delle sue immaginazioni, della diversità tra gli esseri umani. Le stanze diventano il luogo della narrazione, dove lei rivive alcuni frammenti della sua vita trascorsa per lo più all'interno di una clinica: sensazioni, emozioni angosce provate nel letto; ricordi di momenti vissuti con la nonna; la stanza dei dialoghi e delle terapie con i medici ed in fine un luogo non precisamente definito che è quello della fantasia. Rebécca portatrice di un racconto è dunque la dispensatrice di una serie articolata di emozioni. http://www.teatrodeidisoccupati.wordpress.com, teatrodis_occupati@libero.it
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Teatro Abarico 26 Febbraio 2012 "Rebécca" di Marco Andreoli, diretto ed interpretato da Monica Crotti. Aiuto regia - Massimo Cusato, Musiche - Anja Kowalski - Silvano Magnone Canzone della nonna - Marina De Tullio (voce) Stefano Ciacci (musica). Produzione - Teatro dei Dis-occupati. Rebécca di Marco Andreoli è uno dei casi clinici contenuti in "L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello" di Oliver Sacks. è uno straordinario racconto pieno di letteratura, affetto e verità . In Rebécca la narrazione lascia spazio ad immagini e suoni in una scenografia fatta di pochi elementi: un cuscino, una sedia, delle scarpe su di un cumulo di farina ed un trapezio. Rebécca, si ritrova nelle varie stanze della "sua memoria" ed attraverso parole e gesti ci parla delle sue manie, delle sue immaginazioni, della diversità tra gli esseri umani. Le stanze diventano il luogo della narrazione, dove lei rivive alcuni frammenti della sua vita trascorsa per lo più all'interno di una clinica: sensazioni, emozioni angosce provate nel letto; ricordi di momenti vissuti con la nonna; la stanza dei dialoghi e delle terapie con i medici ed in fine un luogo non precisamente definito che è quello della fantasia. Rebécca portatrice di un racconto è dunque la dispensatrice di una serie articolata di emozioni. http://www.teatrodeidisoccupati.wordpress.com, teatrodis_occupati@libero.it
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